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giovedì 27 novembre 2008

Imprenscindibile Carrà.

Non foss'altro che per il piacere di ascoltare Mick Hucknall e Giorgia dal vivo, valeva la pena ieri sera guardare "Carramba, che fortuna". Il Simply Red Hucknall era in splendida forma: in barba ai suoi cinquant'anni, si è scatenato con l'entusiasmo di un ragazzino in un medley di successi ("Stars", "Holding back the years", "Fairground"), divertendosi tanto da trascinare la platea non proprio fresca e spumeggiante della grande sorella Raffa.

Stessa classe e grandezza, con Giorgia la musica fatta di cuore e talento - non di copertine e suonerie per il cellulare - ha ritrovato spazio nella prima serata di Rai1. La signora Minù della canzone italiana con la voce arriva dappertutto e quando si alza in volo ha negli occhi una luce introvabile.

Siamo grati alla Carrà per averci regalato queste grandi performance, e le riconosciamo un'energia e una passione che è difficile rintracciare nella pletora di stelline che affollano oggi il piccolo schermo. Ma perchè si ostina a esibirsi con attrici e attricette prestate impietosamente al canto e al ballo? Ieri sera Raffa ha coinvolto in un imbarazzante siparietto tre belle statuine: Christiane Filangieri (la mucca che negli anni 90 bloccava il suo treno, ahimè, è stata rimossa), Carlotta non so che (un portento: riusciva a stonare in play-back), e la Manuelona Arcuri (anni di teatro e cinema non sempre riescono a fare di un manzo un'attrice). La signora Carrà, pur non potendo più permettersi di sgambettare come una volta, era più presente e coinvolgente delle sue partner di turno. Dimostrava che per dominare la scena occorrono professionalità e passione, a qualunque età. Perchè allora, se non è nel suo stile improvvisarsi, la Raffa nazionale continua a propinarci nella prima serata di Rai1 gli intermezzi dilettantistici delle sue ospiti?

A volerla dire tutta, ci sono stati altri momenti poco edificanti nello spettacolo di ieri sera. E' triste vedere Gianni Boncompagni, autore di pagine importanti della storia della Tv in Italia, fare il pagliaccio in maniera del tutto gratuita: mascherate grottesche, parodie molto deboli. Cosa vuole, farci ridere? Ottiene l'effetto contrario. Delusi, ci chiediamo: dove vuole andare a parare?

Non sappiamo fare a meno di soffermarci a guardare uno spettacolo della Carrà: amiamo la televisione e i pochi che ancora la fanno seriamente e con amore. Raffa non mostra più l'ombelico ed è talvolta incerta nella gestione dei tempi, ma ci crede. In fondo, riesce ancora a convincerci con le storie di "Carramba". Ma dietro di lei, due grandi autori e registi come Japino e Boncompagni dovrebbero accorgersi che il contenitore si appesantisce a tratti; o forse stanno perdendo colpi?

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