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sabato 27 giugno 2009

CHI E' GABRIELE PAOLINI?

Di lui si sa solo che è molesto come una zecca e antipatico come l'herpes: ma chi è Gabriele Paolini? Il nome non dice granchè: Paolini è quell'incubo dagli occhiali bianchi che si diverte a interrompere i collegamenti dei telegiornali. D'improvviso lui fa irruzione davanti alla telecamera e non si accontenta di apparire: grida, cerca di coprire la voce del reporter e, come minimo, fa le corna.

Qualcuno ha provato a dargli la parola in diretta: uno degli inviati del Tg4 gli ha passato per un attimo il microfono durante un collegamento. Il risultato? Il direttore Emilio Fede si è beccato un bel "Cornuto"!

Le sue incursioni sono ormai celebri. Immancabilmente, Striscia la notizia contribuisce ad aumentarne la popolarità mandando i fuori onda di giornaliste inviperite che non risparmiano insulti e maltrattamenti al disturbatore Paolini.

Grida, spintoni e ogni sorta di ingiurie: niente può fermarlo, neanche i calci del compianto Paolo Frajese! Gabriele Paolini continua ad attaccarsi come una mosca fastidiosa al giornalista di turno. Ma la domanda sorge spontanea: cosa diavolo vorrà? Cos'è che spinge questo personaggio all'apparenza mite a rischiare di subire danni fisici e legali?

Sul suo sito ufficiale http://www.gabrielepaolini.com/ campeggia l'iscrizione al Guinness World Records per il maggior numero di sabotaggi televisivi, ben 20mila nel 2006. Di Gabriele Paolini sappiamo, inoltre, che organizza campagne contro l'Aids e che si batte per l'uso del preservativo.

Non so, francamente, a chi possa interessare saperne di più, ma ho il sospetto che l'uragano Paolini sia in grado di suscitare perfino un po' di simpatia. Nella piattezza e nel torpore di molti telegiornali, le sue irruzioni potrebbero rappresentare una scossa provvidenziale. In fondo, Paolini è prigioniero del suo personaggio di contestatore rompiscatole (insisto: quali sono i suoi contenuti? Non si vive mica di sole parolacce?!), ma da voce ad alcune delle nostre insofferenze: chi di noi non ne direbbe quattro ai direttori dei tg?

venerdì 26 giugno 2009

REVOLUTIONARY MICHAEL.

Cosa scrivere di Michael Jackson nel giorno della sua morte? Forse che era il re del pop o altre cose del genere? Credo che il migliore omaggio sia quello che gli dedica quest'oggi Mtv, sospendendo la normale programmazione e mandando i suoi video no stop.

Non c'era bisogno di aspettare che Michael Jackson morisse per rivedere i suoi storici video clip: Mtv non ha mai smesso di dare spazio a Jacko e alla sua musica, attraverso speciali e retrospettive. Non poteva essere altrimenti: con lui il pop ha trovato una nuova dimensione; a lui si sono ispirati praticamente tutti. Chi può dire di non aver mai ballato con la mano sul pacco per imitarlo?

L'omaggio di Mtv è particolarmente significativo perchè dimostra un fatto: il video clip è nato ed è cresciuto con Michael Jackson.

Quelli dei Jackson Five erano i primi anni della tv a colori: i video clip non avevano storie, regie blasonate, o effetti speciali da milioni di dollari. Tutto questo è arrivato con Michael Jackson, basti pensare a Thriller, considerato ancora oggi un capolavoro del cortometraggio. Il video di Scream, in cui Michael duetta con la sorella Janet, è entrato nel Guinness dei Primati del 1996 come il più costoso della storia con oltre 7,5 milioni di dollari per la sua realizzazione. Prima di Jacko, nessuno aveva mai chiesto alle star del cinema di recitare nei propri video: come dimenticare l'atmosfera dorata di Do you remember the time, con Eddy Murphy nella parte del faraone geloso?

Infine i suoi concerti che radunavano milioni di fan indiavolati da ogni parte del mondo. La tv li mandava in prima serata e noi non credevamo ai nostri occhi: raramente una folla così immane è stata protagonista di una trasmissione televisiva. Ragazzine urlanti che piangevano e si strappavano i capelli, ambulanze che andavano e venivano... Il mondo sotto sopra! Il mondo su cui Jacko non smetteva di ballare, anzi di volare.

Michael Jackson è stato una rivoluzione musicale, culturale e televisiva: ha cambiato il pop, la danza e l'industria discografica. La verità è che quelli come lui o i Beatles non muoiono mai.

martedì 23 giugno 2009

BIGNARDI/CALABRESI: L'INTERVISTA INDISPENSABILE.

"Proprio tutti possono trovare la forza di reagire a una tragedia e andare avanti?". Con questa domanda Daria Bignardi conclude l'intervista a Mario Calabresi, direttore de La Stampa, ospite all'ultima puntata de L'era glaciale. Una domanda difficile, non solo perchè sia dura darvi una risposta assoluta, ma perchè a farla è la nuora di Adriano Sofri, esponente di Lotta Continua coinvolto nell'omicidio del commissario Luigi Calabresi, papà di Mario.

Un'intervista di quaranta minuti quella della Bignardi a Calabresi: "la più lunga che abbia mai fatto", commenta soddisfatta la conduttrice. Del resto, sfido chiunque ad annoiarsi ascoltando il giovane direttore de La Stampa, che parla e scrive con un'umanità tale da risvegliare negli altri i sentimenti più nobili. Le sue storie, raccolte nel libro La fortuna non esiste, hanno come protagoniste persone che superano un dolore decidendo di andare avanti.

In quaranta minuti Daria Bignardi chiede al collega Calabresi di commentare le notizie sulle prime pagine dei giornali, da Noemi a Gheddafi; gli chiede anche del rapporto con Torino e la famiglia Agnelli. Ma è alla fine che l'intervista diventa toccante: tra quelli che sono caduti, ma hanno trovato la forza di rialzarsi ci sono la vedova Pinelli e Gemma Calabresi, che quest'anno si sono incontrate in Quirinale.

A proposito dell'omicidio Calabresi la Bignardi usa il termine ingiustizia: non è poco, anzi, è un segno necessario di civiltà e di pacificazione. "Non bisogna rimuovere il dolore - le risponde serenamente Mario Calabresi -, ma sforzarsi di andare avanti mantenendo viva la memoria: è l'unica scommessa che possiamo fare".

lunedì 22 giugno 2009

LA SERIALITA' FA UN PASSO INDIETRO: DAL LICEO ALLA SCUOLA MEDIA.

Apparecchio ai denti e occhiali grandi: sono questi i tratti distintivi dell'eroina de Il mondo di Patty (Patito Feo), una serie tv argentina che, dopo uno straordinario successo in Sud America, è arrivata sui nostri schermi, prima su Disney Channel e adesso su Italia1.

Patty è una tredicenne assai timida che nasconde la sua prima, inconfessabile cotta tra le pagine del diario segreto. A metà tra Arisa e Ugly Betty - in tv è il momento delle bruttine, si sa -, per problemi di salute si trasferisce in una nuova scuola dove non può che innamorarsi del ragazzo più figo, Matias, che però è già fidanzato con la popolare e corteggiata Antonella.

Quello che potrebbe sembrare il solito feuilleton preadolescenziale in realtà è condito da ingredienti nuovi, primo fra tutti la musica. Nella nuova scuola Patty inizia a frequentare un laboratorio di musical dove ha modo di mettere a frutto le sue doti canore e di incontrare il bel Matias. La colonna sonora è la vera protagonista di questa serie tv: i personaggi sono romantici e neomelodici quanto basta per associare a ogni emozione la canzone giusta. I sogni a occhi aperti di Patty, le pene d'amore dei suoi amici: come in un musical fresco e colorato, ogni momento è scandito da musiche e coreografie divertenti.

Le dinamiche relazionali nella scuola si basano sulla contrapposizione di due gruppi, entrambi impegnati nei musical: las populares, di cui fa parte Patty, e las divinas, capitanato dalla sua rivale in amore Antonella.

Il successo de Il mondo di Patty testimonia ancora una volta l'attenzione dell'industria televisiva per il pubblico preadolescenziale, i giovanissimi non ancora teenager che vanno matti per Hannah Montana e i Jonas Brothers. Una platea da scuole medie, insomma, più decisiva per gli ascolti e attenta nei consumi a partire dal satellite e dal digitale terrestre.

venerdì 19 giugno 2009

IL PICCO DI SHARE: QUESTIONE DI C..O!

Al calar della sera, mentre ci godiamo il fresco davanti a un aperitivo on the rocks, cosa c'è di meglio di una "tonica" puntata di Sarabanda? Proprio quello, il gioco della musica: dopo anni di assenza è tornato in onda tutti i giorni su Canale5, ma senza Enrico Papi. Al suo posto conducono il programma Teo Mammucari e Belèn Rodriguez.

Il ciclone Belèn, che quest'anno si è abbattuto sui nostri schermi mietendo vittime prima nella tv di stato e poi a Mediaset, è l'unica novità dello show e anche la parte più interessante. La colonna sonora funziona: qualcosa come "keep on movin, movimento sexy", uno spunto ideale per le sigle di quest'estate nei villaggi turistici. E' un piacere vedere ballare l'esplosiva Belèn: il suo lato B - ribattezzato da Aldo Grasso lato Belèn - manderebbe chiunque fuori di testa. E poi dicono che Borriello si era infortunato!

Per il resto Sarabanda è un programma piatto: non ci sono più i campioni come l'uomo gatto o Valentina, personaggi singolari che conquistavano il pubblico a casa con la simpatia oltre che con la bravura, ma concorrenti banali.

Mammucari non fa ridere, anzi non è divertente neanche un pò! E' questo il suo problema, solo che non ce ne siamo mai accorti a Libero, grazie agli esilaranti scherzi telefonici, e neanche a Distraction, con tutti quegli sfigati a rompersi uova sulla fronte e a infilarsi duracell nel naso.

Che furbastri gli autori del programma a escogitare il gran finale del bagno in piscina di Belèn: è l'unico modo per costringerci a guardare Sarabanda fino alla fine. Nella tv di oggi gli ascolti si fanno anche col fondoschiena!

mercoledì 17 giugno 2009

LA PAURA DEL DOMANI, IL RITORNO AL PASSATO.

Che furbi quelli di RaiSet a fissare lo switch off nel Lazio al 16 giugno! La desolazione dei palinsesti estivi è l'ideale per il passaggio al digitale terrestre di Rai2 e Rete4: non ci sono nuovi programmi o progetti in cui si è investito; un calo degli ascolti in questo periodo avrebbe un'importanza marginale per le televisioni, ma soprattutto per i pubblicitari.

Gli occhi sono già tutti puntati a settembre, quando, si spera, la gente si sarà abituata alla nuova piattaforma e potrà godersi le novità proposte dalla tv. Claudia Mori a X Factor, Pippo Baudo a Sanremo e i pacchi di Affari Tuoi promossi dall'access prime time al prime time del sabato: alla faccia delle novità!

I rumors e i palinsesti Rai appena presentati non fanno ben sperare: la stagione 2009/10 di nuovo avrà ben poco. Meno soldi, meno rischi: si è disposti a investire solo su progetti collaudati e di sicuro successo.

Intanto, nelle notti d'estate la tv che stenta a scommettere sul domani guarda al passato, dedicando ampio spazio alla storia più o meno recente. Mi riferisco a programmi come Correva l'anno, in onda il lunedì alle 23.40 su Rai3, o come Complotti, il martedì alle 23.15 su La7. Mentre quest'ultimo, condotto dal giornalista Giuseppe Cruciani, offre una rilettura dei fatti di cronaca più misteriosi - l'ultima puntata era dedicata alla morte dello 007 russo Alexander Litvinenko -, Correva l'anno regala ampi affreschi di epoche storiche che, per ragioni diverse, hanno segnato una svolta.

Filmati d'archivio e testimonianze autentiche commentate da storici autorevoli: sono questi gli ingredienti dei programmi che non solo aiutano a combattere l'afa delle notti estive, ma si prendono tutto il tempo necessario - in questo periodo le tv di tempo da occupare ne hanno fin troppo - per informare in maniera approfondita e documentata.

domenica 14 giugno 2009

NELLA GIUNGLA DEI PROVINI.

Come tonni durante la mattanza, si sbattono e si dimenano disperatamente; più la fine si avvicina, più i movimenti diventano convulsivi. Eccoli, i protagonisti di Amici casting, strascico estivo del fortunato talent show di Canale5. Già lo scorso anno i provini per entrare nella scuola più famosa d'Italia erano stati seguitissimi su SKY: così, Maria De Filippi non si è lasciata sfuggire l'opportunità di farne un programma a sè.

Il meccanismo di questa gara al massacro è lo stesso dei campionati di liscio raccontati nei film, dove le coppie si mettono sgambetti a vicenda, o lasciano cadere di proposito bucce di banana sul pavimento per liquidare velocemente gli avversari. Ad Amici non si commettono scorrettezze così eclatanti, ma si sgomita altrettanto per spiccare nella massa.

La forza del programma sta, come al solito, nel desiderio morboso di vedere i ragazzi che litigano perchè non hanno abbastanza spazio per ballare, o perchè vorrebbero cantare una canzone diversa - ognuno ha il suo "cavallo di battaglia"! - da quella che gli è stata assegnata.

Sono sfiniti, esasperati da lunghe ore di attesa e incattiviti: fino all'ultima goccia di sudore, sono lì a fare spaccate, ruote e ogni sorta di contorsione, pur di impressionare. Si ballano addosso e quando cantano gridano come ossessi perchè la loro voce si deve sentire.

In tutto questo, Maria Mangiafuoco manovra impassibile i suoi isterici burattini: vale anche per i maestri e gli altri mebri della commissione esaminatrice, ormai personaggi caricaturali pagati per sembrare odiosi.

Ma davvero nella vita siamo solo un numero tra tanti, tutti in balia di giudizi affrettati, che da un momento all'altro possono emarginarci? Sei lì che ti sbatti, poi chiamano il tuo numero e improvvisamente ti ritrovi fuori, fine della storia.

Il punto è che chi viene eliminato una volta non ha necessariamente chiuso: si può - direi che si deve - continuare a studiare. Del resto, mettere a frutto i propri talenti preparandosi è l'unico modo di superare una prova con soddisfazione, per ardua che sia. La commissione di Amici non so, ma la vita offre sempre una seconda possibilità a chi se la guadagna!

sabato 13 giugno 2009

QUESTA E' STORIA.

Finora non ho mai linkato e commentato video, ma stavolta non ho saputo resistere: si tratta di un frammento che mi ha emozionato molto e che vorrei condividere.

Solo per ricordare che la tv non è una roba che può fare chiunque: dietro ai grandi spettacoli, ai momenti che restano nei cuori degli spettatori, ci sono competenze e lavoro duro, la ricerca nel linguaggio, ma soprattutto lo stile. Nel gesto di Corrado che si slaccia la cravatta ai saluti finali di Canzonissima c'è il contegno e il rispetto per il pubblico, ma anche la voglia di rivelare la propria umanità. Corrado parla del suo come di uno spettacolo semplice e al pubblico in sala dice: "I ringraziamenti vanno fatti a voce bassa, altrimenti sembrano esagerati". Come non rimpiangere tanta classe?

Ora mi taccio, nella speranza di rivedere prima o poi la televisione fatta per, non dalla gente comune.

http://www.youtube.com/watch?v=FDo1He4GmcI&feature=related

giovedì 11 giugno 2009

IN SCENA IL TERRORE NELLA NOTTE DI RAI2.

La linea d'ombra, ovvero la zona grigia tra il lecito e l'illecito, la frontiera oltre cui l'uomo diventa criminale. Come e perchè nasce un delitto? E' questa la domanda cui il criminologo Massimo Picozzi cerca di dare risposta attraverso dieci racconti da brivido: storie vere intrise di sangue, tra le più agghiaccianti della cronaca degli ultimi decenni.

La linea d'ombra è un programma costruito con la cura e la ricercatezza di una regia cinematografica: tutto - dalle musiche, alle voci narranti, alla fotografia - contribuisce a creare suspense. Alle immagini vere, fotografie delle vittime o servizi dei telegiornali, si alternano sequenze di grande impatto narrativo, come tratte da un film dell'orrore, accompagnate da citazioni letterarie.

In realtà, le storie basterebbero da sole a tenere il pubblico col fiato sospeso, meglio di un qualsiasi telefilm poliziesco. Già, perchè La linea d'ombra, oltre a ricostruire la scena del crimine, indaga nella mente dell'omicida, ripercorrendone il vissuto. Scavare nel passato fino ad arrivare alle origini del male; scovare quei segni premonitori che sempre vengono trascurati o sminuiti.

Ogni puntata del programma è dedicata a un diverso serial killer: Stevanin il killer delle prostitute, Dahmer il cannibale di Milwaukee, Kuklinski l'uomo di ghiaccio. Nei loro sguardi il vuoto; nelle loro voci una calma terrificante.

I testi sono di Massimo Picozzi, che, come un drammaturgo, riesce ad associare il pathos necessario a una profonda conoscenza del criminal profiling. La regia del programma, in onda il martedì su Rai2 alle 23.40, è di Guido Morandini.

mercoledì 10 giugno 2009

IL VISIONARIO ELI STONE.

E' inevitabile pensare alla celebre Ally McBeal quando si guarda per la prima volta Eli Stone, il telefilm sulla vita di un giovane avvocato in onda su Italia1 ogni martedì sera. Entrambi, Ally e Eli, sono avvocati di successo: riescono a vincere le cause più impossibili guadagnandosi la stima dei colleghi, ma sembrano un pò svaniti e sopra le righe. Spesso si estraniano e hanno delle visioni buffe: la parte più divertente dei due personaggi è proprio il tentativo disperato di restare in equilibrio tra la realtà e la percezione che ne hanno.

Ma ci sono delle differenze: Ally McBeal è una giovane donna in balia delle sue emozioni, dei casini legati a un lavoro totalizzante e a storie d'amore sfigate. Le sue visioni sono frutto di estraniazioni temporanee, in perfetto stile Amelie Poulain, come vignette umoristiche che rendono il racconto brillante.

Ben diverso il caso di Eli Stone: d'improvviso, mentre sta scalando le vette dello studio legale più prestigioso della città, il giovane avvocato inizia ad avere allucinazioni inspiegabili. Nel suo caso, però, non si tratta semplicemente di divagazioni, ma di segni premonitori. Colpito da un aneurisma, la stessa patologia che uccise il papà, Eli Stone acquista doti profetiche: le sue visioni sono chiaramente riconducibili a decisioni da prendere o a casi da accettare. La sua missione è aiutare il prossimo, anche a costo di mettersi contro tutti e di impelagarsi in cause perse in partenza. Don Chisciotte del terzo millennio, Eli può contare su un fido scudiero, l'agopunturista che lo aiuta a fare buon uso del suo "dono", e sulla caustica segretaria Patti che lo riporta ogni volta alla realtà.

Eli Stone è un irresistibile idealista, uno che non può fare a meno di seguire l'istinto. I successi di George Michael sono la colonna sonora di questo delizioso serial: in quanto a ritmo coinvolgente, non sono da meno al Barry White che accompagnava le coreografie "da toilette" di Ally McBeal e dei suoi strampalati colleghi!

martedì 9 giugno 2009

NELL'ARENA DEI NUOVI TEENDRAMA.

Nat Bussicchio ha ancora il suo Peach Pit, ma si tinge i capelli come Santoro e Giulio Borrelli. Kelly Taylor è ancora uno schianto, ma è diventata "solo" un consulente scolastico. Al West Beverly High gli studenti guidano ancora fiammanti decappottabili, ma non c'è più la mitica vicepreside signora Tiesly: al suo posto è arrivato un dirigente che starebbe meglio sulla copertina di Men's Health. 90210, di Rob Thomas, è il terzo spin off tratto da Beverly Hills, 90210, dopo Melrose Place e Models Inc..

Anche stavolta i protagonisti della serie sono due fratelli, Annie e Dixon Wilson, che al terzo anno di liceo si trasferiscono in California, non dal Minnesota ma dal Kansas. Subito bollati dai superfighetti del West Beverly come ragazzi di campagna, i Wilson si ritrovano a fare i conti con la mondanità e gli eccessi della vita a Los Angeles. Mentre però Brandon e Brenda dopo le difficoltà iniziali costruirono intorno a sè un gruppo affiatato di amici, Annie e Dixon si adeguano subito al nuovo ambiente, un ginepraio di malelingue, intrighi e complotti.

I gemelli Walsh diventarono un punto di riferimento per i loro amici sbandati, il centro di una rete di affetti sinceri che faceva capo a casa Walsh - "dove tutto resta sempre uguale", osservava l'indomito Dylan Mckay -. Annie e Dixon, invece, in 90210 vivono relazioni conflittuali basate sull'invidia e i vecchi rancori. Per esempio, Erin, la sorellina di Kelly Taylor e David Silver, è diventata un'adolescente incazzata e gonfia di livore, che sfoga le sue frustrazioni su un blog al vetriolo.

Come in Gossip Girl e, in misura minore, ne La vita segreta di una teenager americana, in 90210 le amicizie non si basano su legami sinceri e duraturi, ma su schieramenti temporanei funzionali a un nemico comune.

Abiti all'ultima moda, feste mondane e tanta "cazzimma" - che a Napoli è qualcosa di più subdolo della cattiveria -: è questo il quadro che ci offrono i nuovi teen drama. Uno spaccato di eccessi e di vite allo sbando che per i personaggi di una volta - i gemelli Walsh, dolci e sensibili anche nei momenti di ribellione e scazzo - era la trincea cui sfuggire. Mentre per gli arrabbiati di oggi salire sul ring ogni giorno e prendersi a scazzottate è l'ordinaria amministrazione.

domenica 7 giugno 2009

LEZIONI DI STORIA CHE VENGONO DAL CINEMA ATTRAVERSO LA TV.

A partire dal secondo dopoguerra, il cinema italiano si è imposto come la più popolare delle arti, la più cara al pubblico e la più rappresentativa di un Paese in evoluzione. Le pellicole hanno saputo raccontare i cambiamenti della nostra società, proiettata in un futuro esaltante e felice di essersi finalmente scrollata di dosso le miserie del passato. L'idea alla base del programma di La7 Anni Luce, l'Italia in bianco e nero è quella di sfruttare il ricchissimo patrimonio del cinema italiano per raccontare la storia del nostro Paese dal 1945.

La7 dispone di un archivio vastissimo di titoli italiani e stranieri che manda in onda di continuo - non solo in estate come fa la televisione di Stato -, regalandoci ore piacevoli sul divano di casa. Anni Luce mette insieme i frammenti più preziosi di questa enorme cineteca e costruisce divertenti collage che supportano e arricchiscono le interviste degli ospiti su argomenti di costume ogni volta diversi.

Nella puntata Gli italiani e il cibo, per esempio, si racconta com'è cambiata dopo la guerra la cucina nel bel Paese e in che modo si è riscoperto il culto della tavola. Nella trattazione dell'argomento, di per sè vicino alla sensibilità di ognuno, i contributi che vengono dal cinema rappresentano il valore aggiunto che fa scattare i ricordi e completa l'opera di coinvolgimento.

Totò e Peppino, che in Totò, Peppino e la malafemmena arrivano a Milano portando in valigia galline e caciotte, testimoniano la paura dei migranti meridionali negli anni '50 e '60 di sperimentare la cucina del nord. Alberto Sordi in Un Tassinaro a New York si ritrova basito a mangiare un piatto di spaghetti conditi con lo zucchero e il cioccolato, a testimonianza del successo mondiale e delle improbabili rivisitazioni dell'italian food.

Anni Luce ci regala ogni volta un piacevole documentario - un docu-movie lo si potrebbe definire - sulla storia del costume in Italia, sui gusti e le tendenze di un popolo che per oltre mezzo secolo è stato raccontato dal cinema meglio che da ogni altra forma d'arte. Un popolo il nostro che oggi ama ripercorrere la propria storia attraverso i volti familiari di Aldo Fabrizi, di Sofia Loren e di tutti gli attori simbolo dell'italianità.

sabato 6 giugno 2009

UN TG LIBERO DI INFORMARE.

Guardare oggi l'edizione delle 13.30 del Tg1 mi ha fatto riflettere sul telegiornale che vorrei vedere tutti i giorni.

Un notiziario che al resoconto dei fatti principali associ approfondimenti sempre nuovi: oggi, per esempio, dopo l'apertura con le elezioni europee e amministrative - modalità di voto, orari dei seggi, comuni interessati -, è andato in onda un servizio tutt'altro che scontato sui "seggi speciali". Le telecamere ci hanno portati nelle carceri, tra i detenuti che desiderano votare e negli ospedali, tra gli ammalati gravi che, impossibilitati a muoversi, fanno richiesta al comune di dare comunque il proprio voto.

Il telegiornale del servizio pubblico, pur restando legato all'attualità, deve, a mio avviso, garantire uno sguardo attento e critico alla storia, strumento indispensabile per capire il presente. Oggi, per esempio, il servizio sullo sbarco in Normandia, di cui celebrano l'anniversario in Francia i presidenti Obama e Sarkozy, ha offerto al pubblico - sempre più distaccato e indifferente al passato - una visione dell'evento concisa, ma efficace e ricca di suggestive immagini di repertorio.

Dal tg della televisione di Stato mi aspetto, inoltre, reportage dall'estero veri e "sentiti". Duilio Giammaria, inviato del Tg1 nella valle dello Swat - la zona al confine tra Pakistan e Afghanistan, teatro del conflitto tra talebani e forse governative - ha raccontato con empatia la tragedia dei profughi e l'evolversi di una guerra troppo lontana per noi altri occidentali distratti.

Non è un caso che mi ritrovi oggi a fare queste riflessioni: si vota in tutta Italia, c'è il silenzio elettorale, e i telegiornali sono finalmente liberi dai panini imposti dalla par condicio. Niente dichiarazioni dei politici - rigorosamente prima la maggioranza e poi le opposizioni, senza dimenticare nessuno, per carità! -, le solite chiacchiere che, strutturate secondo uno schema rigido, ingessano il cuore del notiziario. Silenzio, si vota: che pace!

giovedì 4 giugno 2009

E' GIA' ESTATE IN TV: SPERIAMO ALMENO DI BECCARE UN VECCHIO FILM!

Anche quest'anno l'estate è arrivata prima in tv che sul calendario. E non è affatto una bella notizia! Basta accendere la televisione di sera per constatare il vuoto sconcertante dei palinsesti. Ieri, per esempio, su Rai1 l'improbabile Carlo Conti consegnava i "prestigiosi" premi Barocco a personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.

Ancora una volta è toccato all'abbrustolito quanto sopravvalutato conduttore toscano inaugurare il ciclo di eventi e gala tappabuchi: trofei e riconoscimenti che servono a colmare i vuoti dei palinsesti estivi e a fare pubblicità alle più belle località turistiche d'Italia. Davanti al solito parterre di sindaci, assessori e rispettive consorti, Carlo Conti - inutile degenerazione di Daniele Piombi - premia personaggi rispolverati e messi a nuovo per l'occasione: la compagnia di giro che fino allo scorso anno si divideva tra i Telegatti e gli Oscar della tv (da Claudia Cardinale a Sofia Loren, con Gigi D'Alessio al piano bar!).

Intanto Canale5 contrastava la mondanità di Rai1 con la fiction Non smettere di sognare, l'ennesima, impresentabile boiata melò. Ma è mai possibile che in Italia le fiction si facciano solo rubando e scimmiottando elementi a caso da film e telefilm americani? La protagonista di Non smettere di sognare si chiama Stella - non per niente vuole diventare una star della danza, che fantasia! - ed è interpretata dalla cesarona Alessandra Mastronardi. Tanto carina, per carità, ma la scena del provino all'Accademia Internazionale di Danza è presa paro paro da Flash Dance: un conto è citare, ben altra cosa è imitare volgarmente! La Mastronardi non sa ballare - per lei Nureyev potrebbe essere il nuovo centravanti della Roma - e ha bisogno della controfigura. Che tristezza!

Per non parlare dei dialoghi scopiazzati! Come dimenticare il discorso che la professoressa Lydia Grant fa ai suoi allievi nella sigla del telefilm cult Fame-Saranno Famosi - "Voi avete grandi sogni... Ma il successo costa ed è proprio qui che inizierete a pagare, col sudore!" -? Ebbene, Roberto Farnesi, che interpreta il produttore del talent show cui partecipa la promettente Stella, recita - che parolone! - le stesse battute.

Come in Honey, in Flash Dance e in Fame, la protagonista di Non smettere di sognare sfugge a una drammatica situazione familiare per inseguire il suo sogno, la danza. Cenerentola dei giorni nostri, al ballo non può che trovare l'amore. Si romperà l'incantesimo dell'eroina sulle punte?!

Praticamente, ancora la romantica storia della disgraziata con il cassetto pieno di sogni, infarcita di spaccate e piroette che oggi fanno tanto fico. Giancarlo Scheri, direttore della fiction Mediaset, fa sapere che Non smettere di sognare, il primo film per la tv girato in alta definizione a Cologno Monzese, potrebbe trasformarsi in un prodotto seriale qualora avesse successo. Certo che la fiction italiana è un vulcano di idee nuove!

martedì 2 giugno 2009

APPUNTAMENTO A SETTEMBRE: CHI VA E CHI RESTA.

Tra grandi successi, flop e immancabili polemiche, la stagione televisiva si chiude. Ma prima di andare tutti in vacanza è il momento di mettere in cantiere i palinsesti per settembre e di decidere chi resta e chi se ne va.

Un pò come succede nel calcio: prima che il campionato si concluda le grandi società danno già inizio al valzer delle panchine; milioni di tifosi aspettano trepidanti di conoscere le sorti dei propri allenatori o giocatori preferiti e intanto si divertono a fare pronostici.

Sul fronte Rai sembra sicura la conferma di Max Giusti alla conduzione di Affari tuoi, il gioco a premi che regala alla rete ammiraglia grandi ascolti nell'access prime time. Cosa fatta anche il rinnovo di Antonella Clerici: il suo agente Lucio Presta - e chi sennò?! - ha ottenuto dalla tv di Stato un contratto a progetto simile a quello che Paolo Bonolis, altro cavallo di razza della scuderia di Presta, firmerà in Mediaset.

Fa il prezioso e dice di essersi annoiato, ma Pippo Baudo resterà probabilmente alla guida della parte finale di Domenica In: il suo autore Ugo Porcelli rivela, infatti, che con un necessario restyling - dal prossimo anno non ci sarà più il contenitore pomeridiano con Lorena Bianchetti, Rosanna Lambertucci e Monica Setta; al loro posto, tra il riconfermato Massimo Giletti e Baudo, arriveranno nuovi telefilm - il programma dovrebbe ripartire regolarmente.

L'infaticabile Simona Ventura sembra voler togliere il piede dall'accelleratore: infatti, a settembre X Factor ripartirà senza di lei. Comunque, oltre a condurre Quelli che il calcio, a gennaio 2010 la Ventura ci riporterà tutti sull'Isola dei Famosi.

Sul fronte Mediaset la sempre più agghiacciante Barbara D'Urso si avvicinerebbe alla domenica pomeriggio lasciando Mattino5: al suo posto potrebbe essere quella caciarona di Mara Venièr a presentare il fortunato programma mattutino.

Intanto Teo Mammucari, che dall'8 giugno condurrà Sarabanda tutti i giorni su Canale5 con Belèn Rodriguez, annuncia che potrebbe accettare la proposta di Antonio Ricci - e vedi un pò te! - e condurre Striscia la Notizia.

Ma l'estate non è ancora iniziata e le carte nel gioco dei palinsesti potrebbero rimescolarsi: in fondo, le programmazioni TV sono anche un gioco d'azzardo!