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sabato 26 dicembre 2009

I VIDEOCLIP PIU' BELLI DEL 2009 SECONDO TELEVACATION

I video musicali rappresentano, specialmente per il pubblico più giovane, l'unico motivo valido per cui accendere la tv. E' un fatto che dispiace, ma pur sempre un fatto. Per questo motivo, a pochi giorni da Capodanno, mi sembra doveroso segnalare i due videoclip più belli e degni di essere ricordati del 2009. Gusto personale, si intende.

Iniziamo dalla musica internazionale: il 2009 sarà ricordato come l'anno di Lady GaGa. Questa eccentrica artista americana ha dominato il mercato discografico e scandito gli ultimi mesi con i singoli estratti dall'album Fame. GaGa ha origini italiane, come rivela il suo cognome Germanotta; in quanto a immagine e gusto artistico, si ispira chiaramente alla cultura pop degli anni '80. Prima di scalare le classifiche mondiali, era già un'autrice affermata e contesa tra i più grandi produttori discografici.

Il suo video più bello è Paparazzi, una storia d'amore, sesso e morte tra le mura di una residenza extra lusso. Un testo originale e, a suo modo, romantico per questo pezzo dance molto raffinato. In Paparazzi c'è tutta Lady GaGa: ambientazioni barocche, coreografie spettacolari, costumi che più pacchiani non si può! E poi tanta trasgressione mista a ironia; la voglia di giocare con la propria ambiguità.

In Italia, invece, il video più bello e ricercato accompagna una collaborazione artistica ormai collaudata: quella tra Mina e gli Afterhours. Il singolo Adesso è facile, dal nuovo album della tigre di Cremona Facile, descrive in maniera struggente la fine di un amore e il bisogno di ricominciare da soli.

Le voci di Mina e Manuel Agnelli si incontrano per raccontare il momento in cui si realizza l'assenza dell'altro. Che poi non sarà mai davvero assente. Il testo si può racchiudere in un verso: "Adesso è facile, è tanto facile, ricominciare a vivere per me, con te".

Nel video della canzone, accanto a Manuel Agnelli, recita Benedetta Mazzini, la figlia di Mina. Intensa e bellissima, di una eleganza che non conosce stagioni.

http://www.youtube.com/watch?v=AbNibC5jCG4

http://www.youtube.com/watch?v=JxkJk1BE4b4

martedì 22 dicembre 2009

SANREMO 2010: I BIG (?) IN GARA

Ci sono i veterani, come Toto Cotugno, che si palesano una volta l'anno per poi tornare nell'oblio - e affollare gli stadi della "madre Russia" -, ma anche le stelle di nuova generazione, direttamente dai talent show. Sanremo 2010 non si fa mancare proprio niente!

Non c'è Festival senza polemiche - di cos'altro discuterebbero Massimo Giletti e i suoi ospiti all'Arena? -: ecco servita la lista dei 16 big in gara. Gli abituè dell'Ariston, come Cotugno, Pupo e Giuseppe Povia (Dio ci liberi!), affronteranno le stelline di Amici e Xfactor: Marco Mengoni - che approda a Sanremo di diritto, in quanto vincitore del talent show di Raidue -, ma anche Noemi. Dalla scuderia di Maria De Filippi, invece, sulle orme di Marco Carta, arriva Valerio Scanu, allievo prediletto di Luca Jurman.

Un vero e proprio scontro generazionale, dunque, arricchito da partecipazioni quantomeno insolite: mi riferisco al Principe Emanuele Filiberto di Savoia, che dopo la politica, il ballo e la richiesta di un mega risarcimento all'Italia, cerca di conquistare la benevolenza dei mancati sudditi attraverso il canto. In bocca al lupo!

Come commentare, invece, la partecipazione di Povia con una canzone su Eluana Englaro che si intitola La verità? Dispiace constatare che sul palco dell'Ariston trovi posto anche chi non è dotato di talento - o, almeno, di un brano decente - e sceglie, per emergere, di trattare argomenti su cui sarebbe opportuno osservare un rispettoso silenzio. Alle baracconate, con tanto di cartelloni da stadio, la direzione artistica del Festival dovrebbe preferire la buona musica.

E invece Sanremo serve a tenere in vita i salotti più decadenti della tv. Per non parlare dell'agenzia di collocamento per giovani talent sull'orlo del dimenticatoio.

Personalmente, apprezzo le doti vocali di Marco Mengoni, ma qualcuno mi spiega perchè mai è stato ammesso a Sanremo senza una canzone? "Ha vinto Xfactor a dicembre" - si è giustificata la padrona di casa Antonella Clerici - "ed è giusto che abbia più tempo per preparare un brano". Ma Xfactor e il Festival non sono la stessa cosa.

Non sarebbe più giusto se il giovane Mengoni e i suoi colleghi di primo pelo si mettessero alla prova senza godere di prelazioni nel contesto sanremese? Partecipare alle selezioni senza privilegi sarebbe formativo: li aiuterebbe a tornare con i piedi per terra dopo il sogno a occhi aperti del talent.

Ma queste sono solo chiacchiere: non ci resta che aspettare e sperare di sentire, comunque, della buona musica. Perchè è tutta lì la vera festa, in una canzone.

mercoledì 16 dicembre 2009

QUALI TONI BASSI?

Abbassare i toni. E' il momento giusto per combattere ogni forma di violenza, verbale e non, e iniziare a comunicare civilmente.

Smorzare i toni: è l'invito che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ci rivolge invano da mesi. Al di là dei sacrosanti messaggi di solidarietà a Silvio Berlusconi dopo l'aggressione subita domenica scorsa a Milano, quanto l'informazione televisiva condivide questo bisogno?

Il quadro, a mio modesto parere, è triste. La tv sembra istigare all'odio, allo scontro continuo: altro che abbassare i toni! Ieri sera, ad esempio, a Ballarò Roberto Castelli della Lega Nord gridava: "La violenza oggi è solo di sinistra". Non è tutto. Il pubblico nello studio di Giovanni Floris applaudiva ogni volta che gli ospiti si davano contro: li incitava alla rissa, battendo anche i piedi, tanto che a un certo punto il conduttore ha dovuto invitare gli hooligans a contenersi.

Mi chiedo: non sarebbe opportuno, dottor Floris, evitare che i politici di entrambi gli schieramenti portassero il proprio lacchè a fare da pubblico in trasmissione? Altrimenti, consentiamo alle tifosetrie contrapposte di portare anche striscioni e fumogeni.

E che dire dell'informazione Mediaset? Le immagini del Premier ferito vengono mandate a nastro dai tg e dagli approfondimenti del biscione. Spuntano come funghi presunti testimoni: "Abbiamo avuto la percezione che l'aggressore non fosse solo" - dischiarano alle telecamere -, "Potrebbe far parte di un gruppo di terroristi". Sbaglio, o una testimonianza non può basarsi su una banale sensazione, che non è suffragata da una prova concreta? Sono queste le fonti giornalistiche?

Il Presidente Napolitano ha ragione ad auspicare toni bassi: le accuse che si sovrappongono, le polemiche che si susseguono generano confusione. E la troppa confusione non è una buona consigliera per nessuno.

lunedì 14 dicembre 2009

LA BIGNARDI SILURATA FA POSTO A PARAGONE

Non sempre diamo il dovuto peso agli imprevisti, per quanto strani. Almeno non subito. L'ultima puntata de L'Era Glaciale, il programma che Daria Bignardi conduce su Raidue, è stata trasmessa con un'ora di ritardo: non alle 23, come previsto dal palinsesto, ma dopo mezzanotte. Per quasi un'ora sono andati in onda cartoni animati della Disney.

Agli spettatori della Bignardi - che non sono pochi; L'Era Glaciale fa il 10% di share, grasso che cola in seconda serata! - sarà sembrato strano ritrovarsi a guardare Pluto e Paperino a nastro.

Ma le ragioni del clamoroso ritardo si chiariscono solo oggi: a far luce sulla magagna è il quotidiano Repubblica. Sembra che un ligio dirigente Rai abbia deciso di rimandare alla terza serata la messa in onda del programma a causa degli ospiti della Bignardi, ritenuti "scomodi". Morgan, in primis, che ha attribuito agli uomini di Berlusconi in Rai le cause del calo di ascolti di Xfactor; e poi Fiorella Mannoia, che ha fatto pubblicità al No-B Day.

Nell'impossibilità di censurare la puntata, si è deciso di farla slittare a quando la maggior parte degli spettatori sarebbe andata a dormire. Facile, no?

Ma non è tutto. Il contratto Rai della Bignardi prevedeva 13 prime serate su Raidue a partire da gennaio 2010: la nuova direzione di rete, invece, ha spostato il ritorno de L'Era Glaciale ad aprile. Il nuovo ciclo del programma non andrà in onda in prima serata, ma di nuovo alle 23.

Al posto del talk di Daria Bignardi andrà in onda un approfondimento giornalistico di Gianluigi Paragone, dal titolo L'Ultima Parola. A Paragone, che tra l'altro è vicedirettore di Raidue, il compito di bilanciare l'informazione "faziosa" di Michele Santoro.

Insomma, a viale Mazzini funziona così: i programmi che fanno ascolti, come quello della Bignardi, vengono sostituiti da prodotti quantomeno incerti. Nessuno vuol gufare Gianluigi Paragone, ma il suo Malpensa Italia lo scorso anno è andato così male da essere sospeso in anticipo.

Daria Bignardi è considerata dai vertici filogovernativi Rai una pasionaria, un'icona assoluta della sinistra. Meglio puntare su Paragone, che tanto piace alla Lega Nord.

Quella che dovrebbe essere la televisione pubblica - ovvero, di tutti - è in mano alla politica, che se ne serve a proprio piacimento. Non importa che il pubblico a casa riceva prodotti di qualità. Chi se ne frega del signor Rossi che puntualmente paga il canone e la sera guarda con fiducia la tv? L'essenziale è far passare un messaggio preciso: semmai distorto, non conforme al vero, ma deciso da chi detiene il potere.

E' in questa chiave che vanno letti gli editoriali di certi direttori dei tg.

giovedì 10 dicembre 2009

MAMMA RAI COCCOLA L'ECCELLENZA ITALIANA

La buona musica, quella in cui l'intera nazione si riconosce con orgoglio: portarla in tv è una delle mission del servizio pubblico. Ce lo hanno ricordato, grazie a Dio, due appuntamenti recenti: lo speciale di Che tempo che fa dedicato alla Scala e la serata live di Raidue con Laura Pausini e Tiziano Ferro.

A Fabio Fazio - conduttore noioso e gerontofilo, ma di bocca buona - va riconosciuto il merito di aver pensato una trasmissione dedicata al bel canto. Che piaccia o no, l'opera è il fiore all'occhiello dell'Italia in tutto il mondo: avvicinarla alla gente, attraverso una prima serata tv, è importante.

Lo speciale di Che tempo che fa ha seguito le prove della rivoluzionaria Carmen di Emma Dante, che ha aperto la stagione della Scala, ma ha soprattutto dato spazio alla grande musica di Daniel Barenboim e della sua Orchestra. In una televisione che ha rinunciato a elevare il linguaggio e che della cultura ha fatto un tabù, un appuntamento del genere appare salvifico.

Poche sere dopo, sul secondo canale è andato in onda Due, uno speciale dedicato alla musica live di Laura Pausini e Tiziano Ferro. Per un attimo, lo show mi ha ricordato gli storici duetti televisivi di Mina e Battisti. Altra tv e altra musica, ben inteso. Ma la Pausini e Tiziano Ferro sono, attualmente, le due star internazionali della canzone italiana: accanto ai classici di Luciano Pavarotti e Al Bano, i loro dischi spopolano in tutta Europa e nel Sud America. Una bandiera, insomma ... E gli eventi sono eventi.

Gli ascolti hanno premiato queste due iniziative: speriamo stimolino il servizio pubblico a metterne in cantiere di nuove.

mercoledì 9 dicembre 2009

SIMONE ANNICCHIARICO A CACCIA DI NUOVI TALENTI SU CANALE5

Per adesso conduce un programma "di nicchia", su quella che per definizione è la tv "di nicchia": Simone Annicchiarico è il volto de La valigia dei sogni, su La7. Questo ragazzone dall'aria scanzonata, che in jeans e maglioni larghi ci porta sui luoghi del cinema italiano, sta per approdare su Canale5, in prima serata.

Sarà lui a presentare Italia's Got a Talent, lo show che ha fatto il botto in Inghilterra e negli States e che ha lanciato, tra l'altro, il fenomeno Susan Boyle. Maria De Filippi ha voluto che questo format internazionale sbarcasse in Italia.

Proprio la De Filippi sarà uno dei giudici, insieme a Gerry Scotti - inizialmente quotato come conduttore dello programma - e Rudy Zerbi. Per ora, sembra si tratti del solito talent show: i concorrenti si sfideranno in discipline come canto, ballo e tutto quanto fa spettacolo.

Niente a che vedere con La valigia dei sogni, il solo approfondimento settimanale che la tv dedichi al cinema italiano. E che cinema! I grandi classici nostrani, raccontati con ironia e ricchezza di aneddoti su attori e registi.

Simone Annicchiarico, figlio di due strabelli di celluloide come Walter Chiari e Alida Chelli, rivive con familiarità i set cinematografici. Col sorriso charmant di suo papà e l'accento da borgataro - che fa sempre simpatia - conquista il pubblico a casa.

Speriamo che per il nuovo talent targato Mediaset non rinunci alla sua semplicità, diventando un pupazzone fonato in stile Francesco Facchinetti!


martedì 8 dicembre 2009

DJ CHIAMA ITALIA: LA LIBERTA' DELLA RADIO IN TV

La notizia sembra banale, ma spaventa: da quest'anno Linus e Nicola Savino, conduttori di Dj Chiama Italia, hanno un truccatore. Pochi istanti prima che il programma vada in onda - contemporaneamente su Radio Dj e Dj Television - i due speaker si fanno dare una spolverata di terra. "Solo una pennellata", spiega divertito Savino all'ospite del giorno Claudio Baglioni - che di make up dev'essere ormai un intenditore -.

Che il truccatore sia un segnale d'allarme? Dobbiamo forse temere che Linus e compagni perdano la spontaneità che da sempre li caratterizza in quanto voci della radio, per diventare star della tv? Non sarebbero i primi, nè gli ultimi, a scoprirsi fighi davanti alle telecamere, restando vittime, a poco a poco, del proprio personaggio.

La notizia mi turba, ma per fortuna mi tranquillizzo in un attimo. E' sufficiente seguire una delle tante interviste di Linus e Nicola Savino per ritrovare la verità della radio. L'immediatezza e la spontaneità che fanno di questo contenitore un caso unico nel panorama televisivo.
Tanto che spesso, di sera, mi rifugio su Dj Television - il canale che ha ormai preso il posto di All Music, ereditando Dj Chiama Italia - per respirare un pò d'aria fresca.

Il linguaggio è informale e le atmosfere rilassate. Gli ospiti, che in televisione - quella "vera" - sono sempre un pò ingessati, davanti ai microfoni della radio si sbottonano facilmente.

Per non parlare del fatto che le telecamere di Dj Television riprendono anche i fuorionda radiofonici, offrendo una simpatica testimonianza del lavoro - e della frenesia - in un'emittente radio.

Succede tutto veramente; non è possibile cancellare e rifare da capo. Se scappa una parolaccia, chi se ne frega? Una grossa risata e via subito un nuovo disco. E' la radio, bellezza!

domenica 6 dicembre 2009

IL CAZZEGGIO RADICAL CHIC DI FABIO VOLO.

Ho deciso: Fabio Volo mi fa rabbia. Cosa resta di quello che scrive o racconta? Cosa si può trattenere dei film, o dei romanzi di questo bresciano con la puzza sotto il naso? Da oltre dieci anni Fabio Volo cazzeggia alla radio, in tv, nelle librerie e al cinema. Perchè di solo cazzeggio si tratta.

A 30 anni poteva essere credibile nella parte dell'immaturo e superficiale, che ha difficoltà a relazionarsi e non sa dove andare. Ma che adesso, a quasi 40 anni, il nostro Peter Pan non abbia ancora preso una posizione... Ci faccia il piacere!

Del resto, perchè Fabio Volo dovrebbe avere un'evoluzione? Gli artisti si evolvono, non lui. Il copione dell'eterno indeciso gli ha fruttato un mucchio di soldi: perchè dovrebbe chiedersi cosa vuole veramente?

Molto più facile fare il giro del mondo a spese di Mtv, per poi tornare in Italia a raccontare che all'estero tutto funziona meglio. Là si che i giovani possono realizzare perseguire i propri obiettivi! Meno male che ci ha pensato lui ad avvertirci! A proposito: Fabio Volo ne ha per caso uno di obiettivo?

D'accordo, lui è uno che fa simpatia e che dice sempre robe molto fighe, come "a me piace godere". Non è mai avaro di massime da tatuaggio sul cuore, o da bacio perugina, a volte farina del suo sacco, a volte scopiazzate da film o romanzi illuminati (quelli si!). Ha il dono di cogliere gli umori della gente, di sentire il pubblico e accontentarlo. Un bravo intrattenitore, specialmente alla radio, ma...

Non sarà diventato un pò troppo prevedibile?

venerdì 4 dicembre 2009

L' IRRESISTIBILE CANDORE DI DON MATTEO.

Mentre sul secondo canale Peter Gomez e Marco Travaglio si azzuffano con Niccolò Ghedini e Tarek Ben Anmar - tanto per cambiare, una nuova puntata di Annozero dedicata alle vicende giudiziarie del signor B -, il pubblico della tv generalista trova rifugio nel candido sorriso di Don Matteo, su Raiuno.

La popolare fiction con Terence Hill, alla settima stagione, fa ancora il pieno di ascolti. Il motivo di tanto successo? La semplicità. Storie naive, anche un pò banali; dialoghi privi di tensione e battute scontate. Per non parlare delle gag del "maresciallo" Nino Frassica: uno spirito di patata davvero agghiacciante.

Eppure, telefilm come Don Matteo hanno il merito di restituire al pubblico l'ingenuità che non vuole perdere.

E' questa la ragione per cui, spesso, le serie tv italiane (vedi Carabinieri e Il Maresciallo Rocca) sono ambientate in posti da favola. Deliziose borgate medievali come Gubbio, dov'è girato Don Matteo.

E poi a Terence Hill vestito da prete, con quello sguardo limpido e il sorriso zen, manca giusto l'aureola! Ci piace pensare che il manigoldo col cappello da cow boy che 30 anni fa si scazzottava con Bud Spencer adesso sia diventato un santo.

Un prete giovane, dinamico e con l'aria da principe azzurro un pò attempato; che attraversa campi dorati in bicicletta scovando assassini e risolvendo gialli intricati. Che figo è 'sto Don Matteo?

giovedì 3 dicembre 2009

X FACTOR: E' LA MUSICA A VINCERE

Avrà pure perso 900mila spettatori rispetto alla precedente edizione, ma X Factor, il talent show di Raidue, resta lo spettacolo della musica per eccellenza. A confronto, il Festival di Sanremo e Amici di Maria De Filippi impallidiscono, rivelandosi carrozzoni arrugginiti e autoreferenziali.

X Factor è il solo programma che celebri degnamente i talenti nostrani. L'ultima puntata ci ha regalato momenti di grande emozione, a cominciare dai duetti dei tre finalisti con i testimonial: il maestro Lucio Dalla ha accompagnato Giuliano in Caruso; la chitarra magica di Alex Britti ha suonato per Marco in Oggi sono io; Max Pezzali ha eseguito con le Yavannas il pezzo con cui ci ha rubato il cuore, Come Mai.

Sono arrivati in finalissima i due più grandi talenti dell'edizione di quest'anno: Giuliano, voce ruvida - che ricorda Mario Biondi - e sorriso da mascalzone; Marco, eclettico interprete dalla grande estensione vocalica.

A vincere è stato Marco, il viterbese dalla lacrima facile cui Morgan, suo padrino, ha "regalato un pezzo di cuore": Amore Assurdo, un pezzo autobiografico che il leader dei Bluvertigo ha scritto tempo fa e ceduto per una sera al suo finalista. Un'interpretazione da brivido! Marco si è guadagnato un contratto discografico da 300mila euro e la partecipazione a Sanremo 2010 nella categoria Big.

Nella finale di ieri sera, tra l'altro, i tre cantanti rimasti in gara hanno eseguito inediti molto convincenti: non ci resta che aspettare di ascoltarli alla radio.

Prima ancora che si spegnessero le luci sulla terza edizione di X Factor, già piovevano indiscrezioni sul prossimo anno: Morgan ha annunciato di non partecipare, ma potrebbe ripensarci; Claudia Mori, invece, ha cambiato idea e sarà di nuovo tra i giudici del programma.

Solo rumors per ora. Quel che resta, al di là delle chiacchiere, sono le emozioni che la bella musica è in grado di regalare. Anche attraverso un programma coraggioso e innovativo come X Factor.

http://www.youtube.com/watch?v=e5KmcUUBteU&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=NoSNrxuI6HY

venerdì 30 ottobre 2009

IL TRIO MEDUSA DA SPAZIO AL TG1.

"Si può dimagrire mangiando pane e cioccolata"; "Si chiama line down ed è il gioco di standersi a pancia in giù nei posti più strani"; "In arrivo nei negozi lo scanner per le scarpe su misura".

Tanti i temi di spessore trattati dal Tg1, ma poco il tempo per approfondirli. Per fortuna ci sono gli ausiliari del Tg1! A Parla con me Serena Dandini, ironicamente ossessionata dalla vocazione del servizio pubblico, vuol dare più spazio al telegiornale della rete ammiraglia e per farlo si affida al Trio Medusa.

Gabriele Corsi, Furio Corsetti e Giorgio Maria Daviddi, già inviati delle Iene nonchè brillanti speaker di Radio Dj, vanno in giro per la capitale a raccogliere le opinioni della gente temi di grande attualità proposti dal Tg1.

"In Gran Bretagna scatta la licenza di uccidere i pappagalli, perchè sono diventati troppi e molesti". L'allarme del Tg1 fa scattare subito il Trio Medusa. Gli indomiti inviati si lanciano in strada a intervistare i passanti: "Siamo gli ausiliari del Tg1 e vorremmo parlare di sicurezza.
Quando cammina lei ha paura di essere aggredito da un pappagallo"?

Diamo spazio al Tg1 è la rubrica più divertente di Parla con me. Se il divano della Dandini diventa troppo polveroso e radical chic, ci pensano quelli del Trio Medusa a ridare ritmo al programma. Una satira intelligente e straordinariamente vera, perchè coinvolge le persone comuni. Un'ulteriore conferma della simpatia travolgente del Trio.

http://www.youtube.com/watch?v=aH_bJLI3lMA&feature=PlayList&p=2242F3655B8558BC&playnext=1&playnext_from=PL&index=15

giovedì 29 ottobre 2009

IL VERO DRAMMA DEL SERVIZIO PUBBLICO.

I video più cliccati su youtube sono estratti dai talk show politici targati Rai. La battuta inelegante rivolta all'onorevole Rosy Bindi e lo sfogo telefonico del Premier Berlusconi a Ballarò sono veri e propri tormentoni.

Ma allo stupore, nel primo caso, e alle risate, nel secondo, deve necessariamente seguire una riflessione sullo stato di salute del servizio pubblico. Già. Perchè questi episodi, degni della migliore tradizione dell'avanspettacolo, sono un segnale allarmante.

Povera tv di Stato, squartata e divorata da famelici predatori. E infine insultata, condannata senza diritto di appello. Ben inteso, gli abusi in Rai sono bipartisan: una vera tragedia!

Quanto tempo abbiamo dovuto aspettare prima che le correnti interne al Pd si mettessero d'accordo sul nuovo direttore del Tg3? Bianca Berlinguer è una brillante giornalista cresciuta alla scuola di Sandro Curzi, ma è un'eccezione. Spesso ai direttori di reti e telegiornali non sono richieste competenze giornalistiche o televisive. I criteri sono altri.

A rimetterci è la qualità del prodotto, ovviamente. Quindi, il pubblico a casa, sedato e costretto inconsapevolmente ad accontentarsi.

In questi giorni, per esempio, fa sorridere (ma anche no!) l'affannosa ricerca dell'Anti Santoro. Il centro destra sta cercando un conduttore cui affidare un talk show che faccia da contrappeso al discusso Annozero. Maurizio Belpietro potrebbe essere l'uomo giusto, ma Brunone Vespa si ingelosirebbe. Monica Setta, allora... Ma no! Meglio Gianluigi Paragone, che fa contenta la Lega!

Non è un problema di destra e sinistra: tutti i politici temono la televisione e sentono il disperato bisogno di controllarla. Quando vengono invitati in trasmissione, gli esponenti di entrambi gli schieramenti danno libero sfogo alle proprie insicurezze, rendendosi protagonisti di siparietti poco edificanti.

Proprio stamattina ho letto e condiviso un appello del presidente Gianfranco Fini: la tv non va usata dai politici come un megafono per proclami e slogan. Non è questa l'idea giusta di servizio pubblico. Sarebbe opportuno abbassare i toni, preferire un'esposizione chiara dei fatti e - perchè no? - delle diverse opinioni alle risse da hooligans.

martedì 27 ottobre 2009

NIENTE DI NUOVO NELLA CASA DEL GF.

E va bene! Il 30% di ascolti di questi tempi è un record assoluto che nemmeno la Nazionale! La prima puntata del Grande Fratello 10 ha fatto il botto, ma riuscirà a tenere il pubblico incollato alla tv fino a febbraio? Difficile, se lo stato umano della casa e autorale dello show resterà quella del debutto. Opinione personale, ben inteso.

La nuova Belen, il nuovo Fabrizio Corona, il cugino sfigato di Arisa: il GF in versione XL (ben 5 mesi di programmazione, per portare fieno in cascina e garantire più pubblicità a Mediaset) racchiude gli stereotipi più abusati. L'ex modella bionda e fatale, il bello e impossibile che non fa sesso senza amore e legge la Bibbia tutti i giorni, il tamarro di periferia concepito dai genitori a bordo di un trattore.

Nessuna sorpresa, dunque, per i fedelissimi dei reality: i personaggi sono già visti, declinati in tutti i modi possibili.

Ma ecco che a eludere la noia arrivano badilate di drammi e patologie: suicidi, morti violente, malattie letali e famiglie da ricongiugnere. Tutti ingredienti che garantiscono una stagione di lacrime e passione.

Basterà? Per stare tranquilli, gli autori del GF non hanno badato a spese, portando nella casa il primo concorrente "gay dichiarato - lo sottolinea con orgoglio il direttore Alfonso Signorini -".

Pare che tra i concorrenti ci sia addirittura un trans (da donna a uomo), ma bisognerà aspettare qualche settimana per conoscerne l'identità. SUSPENSE!

Perchè non istituire un premio anche per gli spettatori che sopporteranno l'isteria di Alessia Marcuzzi e dei suoi inquilini fino alla finalissima?

lunedì 19 ottobre 2009

LA LEZIONE DI ANTONELLO FALQUI.

Le immagini in bianco e nero della bellissima Mina, regina dei varietà Rai, fanno parte della vita di ognuno di noi. Anche dei più giovani, visto che quei filmati vengono continuamente riproposti.

Programmi come Canzonissima e Studio Uno, che ogni sabato incollavano al piccolo schermo fino a venti milioni di spettatori - oggi se Santoro fa sette milioni con la D'Addario si grida al miracolo! -, hanno fatto la storia della televisione.

E' giusto ricordare che dietro a quei successi senza tempo e all'icona Mina, cui tanto siamo affezionati, c'era un uomo: Antonello Falqui.

Ne La Storia Siamo Noi (ogni lunedì alle 23.30 su Raidue) Giovanni Minoli ha voluto raccontare il genio e la professionalità di questo autore e regista che, oltre a Mina, ha lanciato personaggi del calibro di Rita Pavone e Raffaella Carrà.

Minoli, con l'efficacia di sempre, ha ricostruito il contesto storico in cui Falqui è arrivato al successo. L'Italia del boom economico, giovane e carica di belle speranze, aspettava il sabato sera per scoprire quale fosse il superospite di Studio Uno: e così, di settimana in settimana, al fianco di Mina si succedevano Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann, Alberto Sordi, Totò, etc. Ognuna di quelle apparizioni rappresenta oggi un prezioso cimelio.

L'epopea di Antonello Falqui inizia nel 1958 con lo straordinario successo de Il Musichiere, condotto da Mario Riva, e termina nel 1974 con Milleluci, il varietà che mette insieme due regine: Mina e Raffaella Carrà.

Al lavoro appassionato di Falqui si devono i successi di Canzonissima e la consacrazione di molte star della musica, come Patty Pravo o Massimo Ranieri. C'è lui dietro le coreografie spettacolari di quei varietà, lui dietro a ogni singolo costume.

Poi, sul finire degli anni '70, arriva il colore e la tv inizia a cambiare... Sarà vero, come ha commentato Loretta Goggi in una recente intervista, che nella tv di oggi - punto di partenza, non di arrivo - non c'è più spazio per gli artisti? Per quei talenti che Antonello Falqui era così bravo a individuare e valorizzare?

Eppure, i palinsesti dedicano quotidianamente spazi al varietà di allora: la tv che non ha il coraggio di reinventarsi e di scommettere sulle competenze si rifugia nei ricordi; si illude di riempire vuoti contenutistici, che intanto diventano voragini.

sabato 17 ottobre 2009

LUCARELLI RACCONTA LA "PERSONA" ILARIA ALPI.

"Le nostre storie, prima che misteri da risolvere, sono storie di persone". Da questa premessa, Carlo Lucarelli ha dedicato una delle puntate di Blunotte (Rai 3, ogni venerdì alle 21) al caso Ilaria Alpi.

Trasmesso per la prima volta nel 1998 col titolo Misteri in Blu, il programma di Lucarelli ricostruisce delitti irrisolti e vicende oscure della storia italiana. Dato lo straordinario successo, da Blunotte è nata una collana di dvd con i documentari più significativi della serie (Piazza Fontana, il G8 a Genova, etc.).
Ilaria Alpi, inviata del Tg 3, e Miran Hrovatin, operatore free-lance, vengono assassinati in Somalia il 20 marzo del 1994. La Alpi, a Mogadiscio per seguire la guerra civile somala, inizia a indagare su un traffico di armi e rifiuti tossici in cui sembrano essere coinvolti anche esercito e istituzioni italiane. Buona parte dei filmati e dei documenti raccolti dai due giornalisti spariscono misteriosamente dopo il loro omicidio.

Carlo Lucarelli racconta, attraverso dati e testimonianze, i ritardi dei soccorsi, delle autorità e della giustizia italiana. Le misteriose sparizioni, le versioni che si contraddicono: insomma, tutto ciò che non torna e fa della morte di Ilaria Alpi un caso irrisolto.

Ma, a mio avviso, il merito di Lucarelli sta nello spazio dedicato all'umanità dei due giornalisti uccisi. Non eroi - "Gli eroi si celebrano in pompa magna e poi si dimenticano" -, ma persone. Ilaria Alpi - non mi ero mai reso conto di quanto fosse bella - aveva studiato Lettere alla Sapienza di Roma, e presso il dipartimento di Studi Islamici aveva imparato l'arabo: una scelta determinante per il suo destino. A 13 anni, alle scuole medie, frequentava già un laboratorio di giornalismo e si divertiva ad andare in giro per il quartiere a intervistare persone.

Miran Hrovatin aveva un figlio di otto anni. Alla notizia della morte del papà, il piccolo ha detto lucidamente alla mamma: "Non è giusto, ho solo otto anni; siamo stati troppo poco insieme".

mercoledì 14 ottobre 2009

"PIETRO LA NOTIZIA"?!?













Antonello "Quanto sono figo!" Piroso è tornato con il suo rotocalco Niente di Personale. Il direttore delle news di La 7, si sa, non farebbe altro che parlare per il piacere di ascoltarsi; eppure nella nuova edizione del programma, in onda ogni venerdì sera, si sacrifica per dare spazio a qualcun altro.

Un giovane, un volto affatto scontato per un cameo sull'attualità legata alla carta stampata. La striscia si chiama Pietro la notizia e a condurla è Pietro Taricone. L'ex palestrato del Grande Fratello, che con i suoi smanicati pezzati ha dato vita a una nuova tipologia di seduttore, non si accontenta di fare l'attore di fiction. Dopo aver recitato in serie tv come La Squadra, si ricicla opinionista (e che ci vuole? Lo fanno tutti!), senza rinunciare alla sua aria truzza.

"Rapido" e impacciato - come nelle performance amorose che lo resero celebre ai tempi della caaasa -, Taricone legge ad alta voce articoli dai principali quotidiani: li arrotola, li piega sotto il braccio e intanto gesticola nervosamente.

Pietro è un tamarriello simpatico: il suo sorriso fa ancora tenerezza. Ma perchè, direttore Piroso, piazzare un attore di fiction tra pile di giornali a fare il maître à penser?

martedì 13 ottobre 2009

TV E LINGUAGGI: CHE FINE HA FATTO IL RISPETTO?

Eh no, così non va! Nell'ultima settimana (troppo tardi, forse) ho colto con sconcerto un involgarimento del linguaggio usato in tv nei confronti delle donne.

Mi riferisco, in particolare, a due esponenti femminili della politica e della carta stampata, apostrofate con inaudita violenza. A nessuno - tantomeno a chi ci governa - è permesso offendere una signora davanti a milioni di spettatori, con frasi del tipo "Lei è più bella che intelligente"... Da non crederci. Chiunque, a prescindere dal sesso o dal credo politico, dovrebbe provare indignazione di fronte a un tale abuso.

In televisione, come nell'agone politico, si dovrebbe mantenere un contegno superiore che in qualunque altro contesto e dare il buon esempio. Invece ci tocca assistere di continuo a siparietti mortificanti che, attraverso la rete, fanno il giro del mondo. Proprio una bella pubblicità!

Ma non finisce qui. La giornalista del Corriere della Sera Maria Laura Rodotà è stata definita "pappona" - ovvero sfruttatrice e protettrice di prostitute - dal patron di Striscia la Notizia Antonio Ricci. Ma cos'ha mai fatto la Rodotà per meritarsi un tale insulto? Un bel niente, a parte combattere il velinismo dalle colonne del Corriere, con ironia e intelligenza - le donne che non avessero ancora letto i suoi editoriali farebbero bene a procurarsene una copia -.

Tante e tali sono le ritorsioni cui va incontro chi si spende per risvegliare il senso civico del gentil sesso: chi si azzarda a ricordare che la famosa "altra metà del cielo" troppo spesso viene mortificata, non solo dal piccolo schermo, ma anche dalla società misogina. E a tutti i livelli: nelle aziende, in politica, nelle università.

Personalmente, seguo Antonio Ricci dai tempi del Drive In e trovo sia un geniale innovatore del linguaggio televisivo. Tuttavia, voglio sposare la tesi di Sabina Ciuffini, storica valletta di Mike Bongiorno: Ricci si è fermato alle scollature mozzafiato delle ragazze fast-food, mentre avrebbe potuto, grazie al suo talento creativo, divertire il pubblico in mille altri modi.

lunedì 12 ottobre 2009

MARIA, LA SANGUINARIA.

Stare a casa di sabato sera può essere utile e a capire il fenomeno mediatico "Maria De Filippi". La regina degli ascolti Mediaset a C'è Posta per Te è nella sua più ricca riserva di caccia: diversamente da Uomini e Donne, Maria sembra partecipare ai drammi degli ospiti in studio, si autoconvince di provare empatia, tanto che lei stessa arriva a crederci.

Ma no. In realtà la De Filippi è una cinica anchor-woman, una professionista geniale che ha inventato un nuovo modo di fare televisione. Nessun'altra riuscirebbe a scoperchiare il vaso di pandora di una mamma (napoletana, ahimè) caduta in depressione a causa del matrimonio di suo figlio: "E' stato come se me lo avessero strappato dalla pancia, Maria - geme la donna, ormai devastata dagli psicofarmaci -, me lo hanno tolto, Maria"!

E così mamme possessive (più che chiocce, cozze attaccate allo scoglio), amanti morbosi e inguaribili adulteri invocano l'aiuto della taumaturga Maria... Attenzione, Maria De Filippi!

Perfino quella che potrebbe sembrare una mano tesa a un uomo che da quattro anni è disoccupato e per questo desidera chiedere perdono alle figlie, non è che un pretesto per far esibire Marco Carta. Il piccolo Marco piglia tutto, vincitore di Amici e del Festival di Sanremo; la scimmietta di pezza preferita della cinicona Maria.

Il segreto del successo di C'è Posta per Te? Semplice: la funzione consolatoria. Sdraiato sul divano di casa, incazzato nero perchè ti è andato a monte il sabato sera, guardi i casi umani della De Filippi e pensi: "Però, c'è chi sta molto peggio di me"! Che furbastra, la Maria!

venerdì 2 ottobre 2009

CHE FINE HA FATTO GREY'S ANATOMY?!

Ma è mai possibile, dico io, aspettare un'intera settimana per una nuova puntata di Grey's Anatomy e poi ritrovarsi a guardare Shrek?! Roba da matti! Che ne è della mia serata dedicata ai medical drama? Era così bello passare il giovedì sera al Seattle Grace, l'ospedale più romanzato d'America, e poi trasferirsi dopo le 23 tra gli eroi del pronto soccorso di Chicago (ER)... E adesso?

Sembra che Grey's Anatomy sia stato disarcionato dal più popolare Dr. House (in onda su Canale 5), con il quale condivide la tematica. Nonostante fossero in onda con le puntate inedite della quinta serie, il dottor Stranamore & co. non trovano una nuova collocazione.

Da Cologno Monzese fanno sapere che i medici del Seattle Grace potrebbero tornare a metà novembre, ma non ci sono ancora notizie precise.

E' doveroso segnalare che gli ascolti non sono mai stati esaltanti, aspetto che ha probabilmente convinto la rete di Luca Tiraboschi a congelare il prodotto.
Ho proprio il cuore a pezzi!

giovedì 1 ottobre 2009

EVVIVA IL DISSENSO CHE DIVERTE.

Preceduta da mille e più polemiche, è ripartito su Raitre il programma satirico Parla con me.

Serena Dandini non poteva che iniziare augurando buon compleanno al Premier Silvio Berlusconi, quindi spazio a una Sabrina Impacciatore in versione Marilyn che canta Happy birthday, mr President.

Subito dopo, un inedito Dario Vergassola nei panni di Alfonso Signorini - maglioncino a rombi e calzini a righe -, accompagnato dalla geniale houseband Elio e le Storie Tese.

Anche quest'anno ci saranno grandi ospiti sul divano rosso della Dandini: per la verità, essendo la prima puntata, ci aspettavamo qualcosa in più di Luca Calvani (il conduttore belloccio e un pò troppo sorridente di Effetto sabato), ma la sera dopo il regista Quentin Tarantino ha ampiamente compensato!

Parla Con Me si concluderà ogni sera con una nuova puntata della serie Lost in WC: protagoniste due procaci fanciulle chiuse a chiave nel bagno extra lusso di Palazzo Grazioli. Affronto gratuito? Non direi. Occorre, per caso, tornare sul significato della parola satira? Sulla sua importanza civile? Andiamo, su! Non siamo ipocriti! Il servizio pubblico non è meno pubblico quando da voce a chi si discosta dalla linea del Governo: è la democrazia, bellezza! Se poi il dissenso non è sfigato, nè vittimista, ma divertente, tanto meglio!

E mentre su Raitre andava in onda la satira, Bruno Vespa proponeva nel suo Porta a Porta un servizio in perfetto stile Iene (telecamera nascosta, immagini rubate, etc.) sull'abuso di alcolici da parte dei minorenni a Milano. Una svolta inchiestista per il salotto dello zio Bruno? Magari! Un attimo dopo il servizio è stato commentato in studio dalla delnocina Elisa Isoardi che ci ha illuminati sulle proprietà del vino!

martedì 29 settembre 2009

LETTERA A CLAUDIA MORI.

Cara signora Mori,
le scrivo perchè il suo sfogo di rabbia nell'ultima puntata di X Factor mi ha profondamente intenerito. Desidero tranquillizzarla: ammesso - e non concesso - che la produzione volesse evidenziare il suo "decadimento fisico", mettendo a confronto due foto che la ritraggono a vent'anni e oggi, non è comunque riuscita nell'intento.

Per una ragione molto semplice: lei, signora Mori, è una splendida sessantenne. Ha un viso pieno, ma luminoso; uno sguardo penetrante che non teme il passare del tempo. Soprattutto, accetta il passare degli anni con dignità, contrariamente a molte sue colleghe, rendendo giustizia all'idea di bellezza.

Se posso permettermi, gentile signora, le suggerisco di sorridere più spesso: l'espressione cupa e musona che assume mentre discute - e che ricorda tanto il suo celebre consorte -, non le dona.

Sorrida, anche agli scherzi della produzione di X Factor; si metta in discussione con autoironia. L'anno scorso gli autori si prendevano gioco di Simona Ventura mostrando al pubblico le sue oltraggiose performance canore nel back stage: fa tutto parte dello spettacolo. Escluderei che qualcuno voglia offendere la sua femminilità.

O forse quello che l'ha fatta scoppiare è un senso di inadeguatezza più ampio e generale rispetto al programma che ha scelto di condurre?

lunedì 28 settembre 2009

DA ANNOZERO UN APPELLO ALLE DONNE.

Nemmeno il tempo di iniziare e già Michele Santoro, paladino dell'informazione libera e vittima del sistema, è al centro di un'istruttoria voluta dalla maggioranza politica. "Basta con il gossip e il giornalismo forcaiolo", gridano indignati esponenti del governo. Intanto, l'istrione Santoro si compiace dei dati d'ascolto della prima puntata.

La strategia del conduttore di Annozero è ormai nota: organizzare in studio violente risse verbali, come se gli ospiti fossero cani o galli da combattimento; istigare le parti fino a scatenare reazioni infelici.

L'obiettivo? Sostenere a ogni costo la propria tesi: "Sono l'ultimo dei giornalisti liberi", sembra ripeterci ogni volta Santoro, "lo strenuo difensore dell'informazione televisiva".

Annozero è sicuramente meno noioso di altri talk show, ma altrettanto inefficace: polemiche e battibecchi, come sempre, spostano l'attenzione dai problemi reali. Inoltre, le invettive degli ospiti in studio sfociano spesso in scene poco edificanti.

Della prima puntata salvo un intervento del direttore dell'Unità Concita De Gregorio (se solo l'avessero lasciata parlare... ): subito dopo un servizio sull'imprenditore Giampaolo Tarantini e il cosiddetto BariGate, la De Gregorio ha giudicato inammissibile il fatto che ormai donne e cocaina siano trattate dai media allo stesso modo. Come merci regalate "a chili" a esponenti politici per fluidificare determinati meccanismi. Un appello, quello del direttore dell'Unità, di fronte a cui le donne italiane dovrebbero quantomeno preoccuparsi.

sabato 26 settembre 2009

CHE NOIA I TALK SHOW!

Resto convinto del fatto che Giovanni Floris sia un professionista molto credibile: il suo Ballarò ha il merito di spiegare temi di grande attualità al pubblico, attraverso servizi, testimonianze documentate e ospiti in studio.

Tuttavia, i talk show della tv italiana, incluso quello condotto da Floris, mi annoiano da morire, perchè hanno una struttura obsoleta e ingessata dalla par condicio. Il conduttore ha il problema di riservare lo stesso spazio a tutti gli ospiti, stabilire l'ordine degli interventi e fare in modo che esso venga rispettato: insomma, cerca disperatamente di evitare la caciara. Nessuno dei politici in studio ha mai il tempo di finire una frase o un ragionamento perchè viene aggredito dall'avversario. Piuttosto che spiegare il proprio programma, ci si mette ad accusare gli altri di non aver fatto la tal cosa; si alza la voce e ci si insulta, in modo da finire tra i "cliccatissimi" di youtube.

Il risultato? Il pubblico a casa non capisce niente, anzi, è più confuso e disinformato di prima. La formula del talk show all'italiana, assolutamente priva di efficacia, andrebbe rivista con una buona dose di coraggio e di civiltà. E' molto giusto che il politico chiamato in trasmissione abbia un contraddittorio, ma questo potrebbe essere il ruolo del conduttore - di sicuro meno avvilente che mantenere il silenzio -.

La politica va in tv per avvicinarsi al grande pubblico, per spiegarsi meglio e offrire un servizio, una serie di chiarimenti. Quando questi scopi non sono perseguiti, evidentemente la televisione non fa bene il suo lavoro.

mercoledì 23 settembre 2009

TV AUTOREFERENZIALE E PASSATISTA.

La domanda nasce spontanea: cosa c'è di nuovo nella nuova stagione televisiva? Ieri Raiuno ha mandato in prima serata Tutti pazzi per la tele, lo show della nostalgia condotto da Antonella Clerici: ma si può parlare ancora della caduta di Mara Venier, travolta dall'impedito Luca Giurato nella Domenica In 1996/97? Oppure di Enrico Mentana che a Quelli che il calcio litiga al telefono con Francesco Giorgino? Cos'altro c'è da dire, o da ricordare?

Come se non bastasse, Raiuno continua a riciclare in seconda serata: a Porta a Porta c'è il cast al gran completo de Un medico in famiglia; il pretesto è lanciare la nuova serie, la sostanza è ricordare gli episodi più belli.

Insomma, l'ammiraglia della tv pubblica passa quattro ore a ravanare nel passato e a celebrare la bella televisione che fu. Ora, se questa non è crisi dei contenuti, ditemi voi! Prima ancora dei soldi, mancano le idee originali e il coraggio di rischiare. Perchè provare a offrire un prodotto nuovo, quando si può riscaldare la solita minestra? La tv se la canta e se la suona: si rivede, si commenta... Si ricicla.

La scusa ufficiale, "è quello che vuole la gente", pretende di nascondere, in Rai come in Mediaset, il fatto che non c'è più niente da dire e che non si ha voglia di cercare argomenti nuovi.

Guardare al passato può essere più comodo, ma anche autoreferenziale e distruttivo.

lunedì 21 settembre 2009

ARIA NUOVA A QUELLI CHE...

Avrà pure abbandonato X Factor al suo destino, ma in compenso la mattatrice Simona Ventura ha dato a Quelli che il Calcio la nuova veste di cui c'era bisogno. Uno studio più grande e luminoso, un cast più ricco e soprattutto una maggiore attenzione al mondo del pallone. Meno reality, dunque - speriamo anche meno spazzatura - e più interviste: la stessa Ventura torna a fare l'inviata e a raccogliere le testimonianze dei grandi nomi del calcio.

Più collegamenti con i campi, senza rinunciare alle gag e alle imitazioni della riconfermata Lucia Ocone e di David Pratelli (subentrato a Max Giusti). Le altre novità nel cast sono: Stefano Bettarini - l'ex signor Ventura -, che sostituisce Marco Mazzocchi al fianco di Massimo Caputi, e Alessandro Cattelan, il vj di Mtv che si occupa di monitorare la rete nel corso della diretta.

Tutto, a cominciare dalla sigla, sembra testimoniare la voglia di nuovo che Super Simo ha avvertito per il programma che, in fin dei conti, sente più suo. Ha scelto la bollywood dance per aprire ogni puntata, coinvolgendo tutto lo studio e il pubblico a casa in un ballo irresistibile. Il fiuto e la sensibilità rispetto alle nuove tendenze sono la marcia in più dell'inarrestabile Ventura.
Se non l'avete ancora vista, non perdetevi la sigla!
http://www.youtube.com/watch?v=ElGHJ_CI0kM

lunedì 14 settembre 2009

ROCK O LENTO? IL NUOVO X-FACTOR E' LENTO.

Più lenta di Celentano c'è solo sua moglie! Travolto fino allo scorso anno dal ciclone Ventura, il banco dei giurati di X-Factor è precipitato nella voragine spazio-temporale della signora Claudia Mori.

"Senza Simona lo show rischia di perdere ritmo", aveva previsto il conduttore del talent di Raidue, Francesco Facchinetti. Mai profezia fu tanto azzeccata, stando almeno alla prima puntata. Le discussioni tra i giurati, che l'anno scorso rappresentavano un punto di forza del programma - accanto alla sorprendente bravura dei concorrenti - rischiano adesso di diventare lunghe e noiose.

Per non parlare del fatto che professionalmente e anagraficamente la Mori e Mara Maionchi sono sovrapponibili. Almeno la Maionchi è spontanea: un personaggio colorito e coinvolgente.

Non c'è che dire: l'erudito Morgan, che tra la scatenata Simona Ventura e la caciarona Maionchi si atteggiava a artista incompreso, veniva fuori meglio.

Quando la Ventura ha rinunciato a condurre la nuova edizione di X-Factor si è fatto anche il nome di Ambra Angiolini, come possibile sostituta. Giovane, spigliata e vicina alla sensibilità del pubblico almeno quanto SuperSimo: perchè mai è stata scartata?!

PIU' CHE LETIZIA, MINACCIA!

L'orda che ha devastato Venezia in occasione del Festival del Cinema non poteva che concludersi con la neo-diva Noemi Letizia. La stellina del Casoria Gate ha scatenato centinaia di fotografi, ma a un certo punto sua madre le ha rubato la scena: abito scollato con tatoo in bella mostra, labbra in posizione d'attacco e capelli castano-Veronica; che classe, signora!

Non azzardatevi a chiedere cosa c'entri Noemi con il cinema: la Paris Hilton de noantri ha appena vinto il premio Valva 2009 (occhio alla vocale, Valva!), per aver recitato nel corto Scaccomatto. Non solo: ha dichiarato ai microfoni dei solerti cronisti di studiare recitazione da anni e di voler fare l'attrice. Piccole donne crescono... Ma cosa diventano?!

giovedì 10 settembre 2009

VENEZIA: PIU' CHE FESTIVAL, CAFONAL!

Allora, vogliamo parlare di film, si o no?! Finora al Festival del Cinema di Venezia si è visto di tutto: il trash più trash dei vecchi Telegatti! Se il red carpet del Lido potesse parlare manderebbe tutti a quel paese.

Mai un carrozzone circense contenne attrazioni più immonde! In ordine di apparizione: tale Patrizia D'Addario (prima la sosia, poi l'originale), in abito rosso trasparente - e come ti sbagli?! -; ancora sbronza dei mojitos mandati giù a Porto Cervo e Ibiza, una decadente Simona Ventura; la campionessa Federica Pellegrini, che sarà anche l'orgoglio nazionale, ma cosa c'entra col grande schermo? La sempre più Barbie Paris Hilton: almeno lei due battute in un film in concorso le ha recitate!

Perfino i coniugi Briatore hanno attraccato al Molo: Festival del Cinema o Cafonal?!

Ma un'altra coppia ha rubato la scena ai signori Billionaire: decine di fotografi e operatori aspettavano da giorni, appostati come sentinelle, soltanto lui, sua ambiguità George Clooney. Carino il siparietto orchestrato con la complicità delle gazzette rosa (la passerella veneziana non è che il coronamento di un'estate di duro lavoro); bello anche l'abito svolazzante di Elisabetta Canalis.

... E quindi? Questi film?! Qualcuno ha, per caso, capito quali sono i lavori in concorso? Onore alle testate e ai programmi tv che, in occasione del Festival di Venezia, hanno pensato di occuparsi di cinema: il Tg 3, La 7 e pochi altri; il povero Marzullo, confinato nella terza-quarta serata di Raiuno.

Sono lontani i tempi in cui il Lido celebrava geni del calibro di Fellini, Antonioni o Rossellini: l'attenzione dei media si focalizzava su artisti che rappresentavano l'Italia in tutto il mondo e sull'eleganza di dive irraggiungibili. Un'atmosfera da sogno, non da incubo!

mercoledì 9 settembre 2009

COMMEMORAZIONI IPOCRITE.

Mediaset rende omaggio al suo pioniere, Mike Bongiorno: stravolge i palinsesti, consacrandoli a una più che doverosa commemorazione. I volti noti della tv affollano gli studi di Cologno Monzese per ricordare davanti alle telecamere il collega scomparso. Si sprecano servizi nei Tg di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 per ricostruire la luminosa carriera di Mike e rendergli omaggio,
ma il veto del Biscione è uno e tassativo: non nominare Sky!

Che razza di ipocrisia è mai questa?! Bongiorno, pace all'anima sua, è morto sotto contratto Sky: Mediaset lo aveva trombato solo qualche mese fa. E' questa la verità che nessuno a Cologno Monzese si azzarda a pronunciare! Solo dopo aver dato voce alla propria, comprensibile delusione davanti alle telecamere di Che tempo che fa, Mike aveva ricevuto una telefonata dall' "amico" Silvio Berlusconi. Il contratto Mediaset del re dei quiz non era stato rinnovato, senza alcuna spiegazione.

Chi vuole rendere omaggio alla memoria di Mike Bongiorno deve parlare anche del suo approdo a Sky: la nuova sfida che Mike, a 85 anni, ha raccolto col coraggio e l'energia di un ragazzino. Alla sua età, Bongiorno inseguiva idee originali, era continuamente alla ricerca di novità. Un esempio per i giovani autori e produttori, così restii a rischiare.

Parole a vuoto riempiono le trasmissioni televisive. Nessuno, però, sa rendere guistizia al coraggio di un uomo.

lunedì 7 settembre 2009

STAGIONE NUOVA, PALINSESTI RICICLATI.

Si intitolerà Grazie a tutti e partirà su Raiuno lunedì 26 ottobre il nuovo show di Gianni Morandi, per la regia di Paolo Beldì. Ad annunciarlo è lo stesso Morandi in una nota diffusa dalla Rai. "Darò il massimo e vorrei avere vicino a me, tra i compagni di viaggio, una giovane artista di grande talento - spiega il cantante - come Alessandra Amoroso''.

Basterà la presenza della vincitrice di Amici 2009 a dare una botta di vita allo show di Morandi? Per carità, l'eterno fidanzatino d'Italia non invecchia mai, come Topo Gigio: continua a sgambettare in campo con la sua nazionale cantanti e a far innamorare donne di tutte le età con i suoi grandi successi.

Vanno bene l'energia - ne ha da fare invidia a un esordiente - e l'aria da bravo ragazzo di 65 anni. Ma che ne direbbero in casa Rai di cominciare a fare scelte originali e coraggiose?! Non so, qualche faccia nuova, tanto per svecchiare i palinsesti!

Non è mica solo un problema della tv di stato: sarà la crisi, ma riciclo è la parola d'ordine di tutte le televisioni. La crisi dell'offerta potrebbe derivare proprio dal fatto che nessuno ha più voglia di rischiare.

Non è per Morandi, ben inteso. Ma il suo nuovo show sarà diverso da Uno di noi, lo sciapo varietà abinato alla Lotteria Italia nel 2002? Neanche la verve di Paola Cortellesi riuscì a risollevarne le sorti. Eppure mamma Rai ci ripropone la solita zuppa. Niente di meglio dunque?!

domenica 6 settembre 2009

MAMMA RAI "SCARICA" LA SQUADRA DI REPORT.

La notizia è sconcertante: mamma Rai non garantisce più ai giornalisti di Report la copertura legale. Che storia è questa?! Roba da paralizzare anche i professionisti più coraggiosi! Significa che gli inviati di Milena Gabanelli, da sempre attivi nel denunciare le illegalità e i soprusi che ci circondano, dovranno provvedere di tasca propria alle spese legali cui, da bravi inchiestisti, vanno continuamente incontro.

Sabrina Giannini, Sigfrido Ranucci, Stefania Rimini e gli altri giornalisti di Report dedicano i 3/4 della propria esistenza a ricerche scrupolose: viaggiano in lungo e in largo per arrivare alla verità e rivelarla al pubblico a casa. Scoprono traffici loschi e furti che spesso avvengono sotto i nostri occhi. Smascherano impostori, sfruttatori e tutto questo per offrire un servizio alla gente. Fare del bene, si potrebbe dire, ma non facciamo retorica inutile: non si può ignorare che la squadra di Report svolge un compito importante, che dovrebbe essere tra le mission del servizio pubblico.

La Rai, invece, se ne lava le mani, rivelando un atteggiamento assai pericoloso. La terza rete non ha ancora un direttore; l'inizio di AnnoZero viene rimandato di settimana in settimana perchè i contratti per la redazione del programma non sono pronti; il Tg1 di Minzolini viene continuamente accusato di strizzare l'occhio alla maggioranza, nascondendo gli scandali che hanno travolto il Premier.

E' questo il servizio pubblico che ci meritiamo? Non voglio crederlo. Soprattutto, mi rifiuto di pensare che la tv di Stato sia per le forze politiche - tutte - solo un esercizio di potere. Per i nostri rappresentanti non conta offrire prodotti di qualità, che rendano effettivamente un servizio al pubblico, ma, ancora una volta, accaparrarsi il maggior numero di poltrone. Che brutta televisione!

giovedì 3 settembre 2009

THE MENTALIST E L'ISPETTORE COLIANDRO: EROI A CONFRONTO.













Finalmente anche gli irriducibili dell'analogico possono godersi The Mentalist (ogni mercoledì sera su Italia 1), la serie americana lanciata nel 2008 dalla Cbs e importata in Italia lo scorso aprile dal canale Joi di Premium Gallery.

The Mentalist appartiene al genere poliziesco: a renderlo diverso e interessante è la personalità del protagonista, Patrick Jane, un ex truffatore che, dopo aver perso tragicamente moglie e figlia, decide di mettere la sua "sensitività" al servizio della polizia. Jane riesce a leggere nella mente delle persone, a cogliere segni che per gli altri sono dettagli irrilevanti. Il suo intuito ne fa un geniale consulente del California Bureau of Investigation.

Patrick Jane è un dandy di ultima generazione: biondo ed elegante in completi giacca e panciotto, sorride con sufficienza alle donne che lo circondano. Un eroe molto diverso dal nostrano Ispettore Coliandro (ogni martedì su Raidue in prima serata), che da un paio di settimane è tornato a riscuotere successi. Jane e Coliandro: due tipologie di uomini - e di personaggi - a confronto. Sono entrambi bellocci e hanno fiuto da vendere, ma uno - l'americano - somiglia al leggendario Dorian Gray, l'altro - l'italiano - al più ruspante ma altrettanto mitico Er Monnezza.

Interpretato da Giampaolo Morelli, Coliandro va in giro con la giacca di pelle e le Ray Ban a goccia: a spregio delle polemiche leghiste, parla un fiero e colorito romanesco.

Uno solo il tratto comune a questi due segugi: l'istinto, un mix di acume e sensibilità che li guida nella risoluzione dei casi più avvincenti. Dimenticavo: sono entrambi da non perdere

lunedì 24 agosto 2009

LA TV PRENDE IN GIRO LA TV

Ancora pochi giorni di tregua, tra documentari, vecchi film e classici della lirica. Chi ci ha preso gusto deve rassegnarsi: la “pax televisiva” sta per finire. Settembre è il mese in cui la tv di Stato e le emittenti commerciali ricominciano a darsi battaglia a colpi di share. L’arma segreta di entrambi i contendenti sarà ancora una volta il talent show. Per portare “fieno in cascina”, Rai e Mediaset scommettono sui format che, oltre a regalare sogni alla gente comune, garantiscono introiti pubblicitari senza eguali.

Gli Amici di Maria De Filippi e i dirimpettai di X-Factor rappresentano vere e proprie slot machine per l’industria televisiva e discografica: catalizzano l’attenzione del pubblico per un’intera stagione, sfornano romanzetti e compilation che svettano nelle classifiche di vendita. Senza contare i gadget come gli articoli per la scuola, lo sport e i contenuti multimediali per cellulari.

Ma quando è troppo è troppo. Dopo anni di acuti strazianti e piroette convulsive, la tv si fa l’esame di coscienza e prende le distanze dal trash che poco ha a che fare con l’idea di talento. Da questa forma di autocritica nascono nuovi telefilm che prendono in giro le sedicenti “accademie”, esasperandone gli aspetti più comici e isterici. È esattamente in questo filone che si colloca Glee, la serie che andrà in onda dal prossimo autunno su Fox.

Ambientata in un campus americano, la storia vede protagonista un professore creativo e idealista: il suo obiettivo è mettere insieme un gruppo di giovani per far rinascere il club universitario di canto e partecipare alle gare regionali di coro – molto popolari in America –.

Come spesso accade nei talent e reality show, prima che bravi i personaggi sono dei veri casi umani: c’è il quarterback della squadra di football che sotto la doccia lascia tutti a bocca aperta cantando come un usignolo; il ragazzo omosessuale vittima degli scherzi dei compagni; il paraplegico che si rivela un eccellente chitarrista; la balbuziente decisa ad avere la meglio sul suo difetto e a dominare il palcoscenico. Come nel programma campione di ascolti American Idol, i protagonisti sono giovani perdenti, insoddisfatti della loro vita ma con uno straordinario talento vocale, la loro “arma” contro i pregiudizi della gente e dei compagni di classe.

10 milioni di americani hanno seguito il primo episodio della serie e la critica è stata generosa. Alte le aspettative anche nel nostro Paese. « Glee è un esempio riuscito di satira intelligente», commenta Leo Damerini, presidente dell’Accademia dei Telefilm. «È la tv che prende in giro i suoi meccanismi più perversi, vedi la smania di trasformare l’emarginato in celebrità. È come se il piccolo schermo avesse sviluppato degli anticorpi», prosegue Damerini, «e reagito al trash mettendo dei paletti. Nel caso delle serie Dirt e Studio 60 – ambientate, rispettivamente, nella redazione di un giornale scandalistico e nel back stage di un programma televisivo simile al Saturday Night Show – questi anticorpi si sono bruciati: nonostante Dirt sia arrivata in Italia nel pieno dello scandalo di “Vallettopoli”, il che la rendeva straordinariamente attuale, gli ascolti bassi ne hanno causato la cancellazione. Stesso destino per Studio 60».

La tv, dunque, è in grado di fare sana autocritica, ma poi ritorna al punto di partenza, come un cane che si morde la coda? «In alcuni casi gli anticorpi hanno resistito», risponde Leo Damerini, «ma si tratta di eccezioni. Il telefilm italiano Boris, per esempio, diario ironico e pungente del dietro le quinte di una sit-com, va in onda dal 2007 con un discreto seguito, ma sul satellite e quindi non deve preoccuparsi dell’audience».

Pubblicato dal quotidiano Libero il 24/08/2009.


sabato 15 agosto 2009

LA RIVOLUZIONE DI MARY TYLER

"The Mary Tyler Moore Show". La deliziosa storia di Mary, trasmessa dalla CBS dal 1970 al 1977 (arriverà in Italia negli anni '80 su Canale5): un personaggio rivoluzionario, rappresentativo della nuova generazione di donne single nell'America degli anni '70.La sigla di apertura, secondo me, è strepitosa!

mercoledì 12 agosto 2009

SANREMO: AL VIA IL TOTO-VALLETTO

"Francesco Facchinetti, Fabio DeLuigi, Luca Argentero e Stefano Accorsi: potrebbe essere uno di loro - secondo Il Giornale e Pierluigi Diaco - ad affiancare Antonella Clerici al prossimo Festival di Sanremo, chequest'anno festeggia il sessantesimo compleanno. Dopo averlo co-condotto con Paolo Bonolis e dopo due fortunate edizioni di Ti lascio una canzone, sembra certo che la bionda conduttrice tornera' a calcare il palco dell'Ariston, che ha gia' visto alla conduzione due star femminili del piccolo schermo: RaffaellaCarra' nel 2001 e Simona Ventura nel 2004".

Alle anticipazioni riportate quest'oggi dall'Ansa non si può che rispondere con un sondaggio. Per ora voto io: se qualcun altro vuole seguire il mio esempio, si accomodi pure!

Francesco Facchinetti: non scherziamo. Sanremo non è Miss maglietta bagnata;

Fabio De Luigi: come baciare una in discoteca e sentire che ha i baffi più lunghi di Marino Bartoletti;

Luca Argentero: troppo bello, troppo bravo, troppo perfetto. Caga orchidee, ma per questo sarebbe ben assortito con la ruspante signora del pan grattato, Antonella Clerici. Potrebbe andare;

Stefano Accorsi: se non candidiamo un italiano naturalizzato francese proprio non siamo contenti! Prima Carlà, poi Monicà, adesso Stefanò... Questi c'hanno tutti la puzza sotto al naso!

Nessuno ha pensato a Pierfrancesco Favino o a Filippo Timi? Tipicamente italiani, simpatici e genuini. Stiamo a vedere.

martedì 11 agosto 2009

"LA VALIGIA DEI SOGNI" E "STRACULT": LA TV RENDE OMAGGIO AL GRANDE SCHERMO

Chi sono Maria Luisa Mangini e Angelo Infanti? Due nomi che non dicono molto, ma che appartengono a personaggi estremamente popolari: lei, in arte Dorian Gray, è la bionda malafemmena dell'intramontabile film con Totò e Peppino; lui è il leggendario Manuel Fantoni di Borotalco, la commedia diretta nel 1982 da Carlo Verdone.

A celebrare i due attori nella serata di lunedì ci hanno pensato La valigia dei sogni su La7 e Stracult su Raidue. I due programmi omaggiano il cinema italiano con approcci diversi, ma lo stesso amore.

La valigia dei sogni, condotto da Simone Annicchiarico, dedica ogni puntata a un film diverso: si tratta di pellicole più o meno note, ma tutte molto significative nella storia del cinema italiano. Ieri sera, per esempio, La7, che può vantare un ricchissimo catalogo di film, ha mandato Racconti d'estate di Gianni Franciolini (1958). Al film è seguito un approfondimento sul back stage, con interviste al cast, e sull'Italia raccontata nella pellicola (il turismo elitario nella Liguria degli anni '50). Ecco che La Valigia dei Sogni offre due prodotti in uno: il racconto cinematografico, seguito da uno spaccato sul costume del Paese.

Stracult, invece, ha un approccio meno erudito, più popolare e feticista: adora i B-movie, gli spaghetti-western e scava senza snobismi tra i capolavori del trash. Al magazine cinematografico di Marco Giusti va il merito di dare spazio a un attore stracult come Angelo Infanti, il mitico Manuel Fantoni di Borotalco: "I bambini conoscono a memoria le mie battute in quel film (mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana... )". Infanti ha all'attivo una cinquantina di film, tra cui Il Padrino di Francis Ford Coppola: ce lo rivela solo Stracult.

Quando la tv rende omaggio all'industria dei sogni, a volti e storie che dal grande schermo si sono stabilmente trasferite nei nostri cuori, il risultato non può che essere apprezzabile. http://www.youtube.com/watch?v=OwyN30pIRko&feature=related

lunedì 10 agosto 2009

LA TV DELLE INNOCENTI EVASIONI.

Quando passi l'estate in città e di sera non hai alternative alla televisione, ti ritrovi a guardare telefilm italiani di cui prima avevi sentito parlare solo da tua madre e dalle sue amiche. In fondo, vuol dire comunque colmare una lacuna. Mi è successo addirittura di vedere una puntata de I Cesaroni, verso cui nutro da sempre una repulsione assoluta.

No, non ho cambiato idea: continuo a snobbare di domenica sera la famiglia allargata della Garbatella, ma solo perchè preferisco la simpatia di Veronica Pivetti. Ebbene si, seguo Provaci ancora Prof, su Rainuo. Ben inteso, è solo questione di gusti. In realtà, le ragioni del grande successo di queste serie tv sono le stesse: la voglia degli italiani di staccare la spina. Cosa c'è di meglio, dopo una giornata di tensioni lavorative e familiari, che spegnere il cervello e sorridere di niente per un paio d'ore? Non importa che le storie siano assurde, talvolta ridicole: il punto è che sono diverse dalla realtà, più facili e divertenti. Tanto basta.

Qualunque marito, al posto del povero Enzo De Caro, mollerebbe senza esitare la gentil consorte che torna a casa alle due del mattino per via delle sue manie investigative. Chi potrebbe sopportare una donna che si sente la signora in giallo e per di più passa la giornata a consumare deliziosi aperitivi con tanto di avvenente commissario?

Tutto questo nelle serie italiane può succedere: i mariti vanno a dormire sul divano, ma basta un bacio per farli tornare a letto. Ci vuole una professoressa, per di più svampitella, per risolvere i casi polizieschi più intricati.

E' irrilevante che i dialoghi siano scritti coi piedi e che il risultato sia scandalosamente commerciale - conviene dimenticarsi le fiction hollywoodiane made in Usa -. Tutti hanno il diritto di evadere e sognare: la tv serve anche a questo.

Nelle ultime stagioni abbiamo assistito al successo strabiliante di "innocenti evasioni" come I Cesaroni e Tutti pazzi per amore. Come se non bastassero i telefilm nostrani, Raiuno chiede aiuto anche a Bollywood, trasmettendo ogni sabato sera commedie romantiche per il ciclo Amori Con... Turbanti. Pellicole che evocano agghiaccianti atmosfere neomelodiche, ma che risolvono i drammi esistenziali più cupi (tradimenti, aborto, prostituzione) con una canzone e una trascinante coreografia.
Ognuno sogna ed evade a modo proprio, quindi la parola d'ordine è niente snobismi!