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domenica 31 maggio 2009

ALLA FACCIA DEI VUOTI MORALISMI.

Affari tuoi è un programma immorale: parola di Veltroni! Chi?! Walter Veltroni, l'ex leader del Partito Democratico, proprio lui? Chi non muore si rivede! Dal dimenticatoio della politica spunta una figurina triste e sbiadita: il leader trombato che decide di rompere il silenzio che lo circonda attraverso un attacco demagogico e spropositato alla tv.

Povera televisione, ingiustamente denigrata da pseudointellettuali ed esponenti politici il cui unico scopo è guadagnare un pò di visibilità!

D'accordo: Affari tuoi è uno show nazional popolare. E con questo? I concorrenti non devono essere dotati di abilità particolari, ma solo essere fortunati a beccare il pacco giusto. E allora? Assetato di giustizia, il paladino Veltroni denuncia l'attacco della tv di stato alla moralità pubblica: il gioco a premi di Rai1 demolisce il concetto di merito. Detto da un ex leader di partito, fa un certo effetto! E chi sarebbe, caro Veltroni, il baluardo della meritocrazia in Italia, la politica forse?
Ma allora aboliamo la Lotteria Italia - così almeno ci risparmiamo gli indecorosi spettacoli abinati! -, il lotto e il superenalotto! Che ne dice, caro Veltroni?

A parte il fatto che le vincite ad Affari tuoi non sono stratosferiche come si potrebbe immaginare (la media è di 30mila euro a sera). Comunque, il programma fa leva sui sogni della gente comune che da casa si chiede "cosa farei se vincessi 500mila euro?" e sull'immedesimazione: sfido chiunque a non arrabbiarsi di fronte al concorrente che dopo aver rifiutato una dignitosa offerta del "dottore" si ritrova con un pugno di mosche.

Per conto mio, sono felice che gli ascolti abbiano premiato il simpatico Max Giusti: non era facile raccogliere il testimone dell'amatissimo Flavio Insinna, ma lui ci è riuscito egregiamente. Venerdì scorso l'ultima puntata dello speciale Affari tuoi in prima serata ha totalizzato il 26,35% di share, battendo la controprogrammazione Mediaset. Alla faccia delle critiche, Giusti raccoglie onori e glorie e va verso la riconferma.

venerdì 29 maggio 2009

LA PROTESTA DI VIDEOTIME AGITA IL BISCIONE.

Quando a scioperare sono i dipendenti di una società come Videotime si verificano disagi e anomalie non sempre evidenti al pubblico: un programma come Forum va in onda in registrata e non in diretta; in mancanza dei montatori, sono i giornalisti o addirittura i dirigenti a doversi ingegnare per montare i servizi del Tg5. Già, perchè Videotime è la società che gestisce la parte tecnica di molti programmi Mediaset: lo sciopero di un giorno deciso dai suoi dipendenti romani ha paralizzato i tre centri di produzione della capitale, l’Elios, Palatino e Cinecittà.

I motivi della protesta, appoggiata dalle principali sigle sindacali, sono chiari: salari inadeguati, eccessiva esternalizzazione dei servizi a società terze, scarso ripetto degli obblighi contrattuali. In breve, la questione è la seguente: se uno dei 400 dipendenti romani di Videotime guadagna tra i 1200 e i 1500 euro al mese, una parrucchiera delle star può arrivare a 700-1300 euro al giorno.

Oltre all'assalto degli assistenti personali, i lavoratori Videotime devono affrontare anche l'avanzata dei service esterni, ovvero di quei tecnici senza tutele contrattuali che sono quindi più economici. Le società esterne spesso sono legate al gruppo Mediaset - Endemol, Corima (che fa capo alla moglie di Corrado Mantoni), Fascino (di Maria De Filippi) e Triangle (di Paola Perego) -, ma si servono di collaboratori propri che sostituiscono i dipendenti del Biscione.

In questa situazione le risorse interne si sentono sfavorite e chiedono un adeguamento dei compensi e dei contratti.

I sindacati, intanto, denunciano un aumento dei licenziamenti bianchi, cioè non determinati dai vertici: sarebbero gli stessi dipendenti, esasperati, a lasciare il proprio posto di lavoro. A quel punto l'azienda non provvede a nuove assunzioni, se non a tempo determinato. A uscire ogni giorno per realizzare i servizi dei tg non sono i dipendenti del Palatino - ormai ridotti a 5 operatori e due assistenti di ripresa, non vengono mandati fuori per evitare gli straordinari -, ma i precari.

In pochi, tra cui Michele Santoro, il quotidiano Il Manifesto e il sito internet dell'Italia dei Valori, hanno datto allo sciopero dei lavoratori Videotime il giusto risalto. Ma i problemi dei 400 dipendenti di un'azienda che ogni giorno arriva nelle case degli italiani dovrebbero suscitare l'interessamento bipartisan di tutta la classe dirigente. Dei dipendenti degli studi milanesi di All Music (in 29 su 37 sono stati licenziati senza prospettiva alcuna di ricollocamento) i media nazionali si sono occupati ancor meno.

mercoledì 27 maggio 2009

LA RAI SCARICA DOMENICA IN, MA NON RINUNCIA A SUPERPIPPO.

Domenica In, Domenica Out! Dopo Mediaset che già da alcune stagioni ha rinunciato a Buona Domenica, anche mamma Rai dal prossimo anno potrebbe cancellare lo storico contenitore domenicale ideato da Corrado nel 1976. In realtà, già da tempo Domenica In non veniva più trasmesso nella sua forma originaria: dopo i fasti di Mara Venier, il salsiccione era stato spezzettato per ottenere maggiore agilità.
Impresa ardua se a condurre le parti centrali del programma sono la "maestrina" Lorena Bianchetti, la giornalista Monica Setta - il ripiegone dopo che Barabara Palombelli fu scartata in quanto moglie dell'allora vicepremier - e la salutista Rosanna Lambertucci.

Ma i governi si susseguono e le direzioni di rete pure (talvolta in maniera provvidenziale). Nella nuova stagione 2009/10 il trio tutto al femminile Bianchetti, Setta, Lambertucci salterà per ragioni economiche: l'azienda comunica di non essere più disposta a investire in quelle parti del contenitore che, oltre a essere costose, non ripagano con gli ascolti.

A nulla è servito lo zelo dell'implacabile Lorena Rottermeier Bianchetti: la sua ramanzina in diretta al povero mago Silvan - non aveva fatto che un'ingenua battuta, signora, si rilassi! - non le ha assicurato il rinnovo del contratto.

Per fortuna i vertici Rai hanno avuto il buon senso di riconfermare Massimo Giletti con la sua Arena: dove mai sarebbero finiti a svernare Alba Parietti, Klaus Davi e la Ricciarelli? Resiste anche l'inossidabile Pippo Baudo con la sua Ieri Oggi e Domani. SuperPippo è una certezza per il pubblico over '65 che passa in casa il pomeriggio domenicale e si lascia accompagnare piacevolmente all'edizione delle venti del tg. Ieri Oggi e Domani è la riserva che Baudo occupa per portare avanti la sua crociata in favore della tv di qualità: ci ha provato anche con il varietà Serata D'Onore, trasmesso a novembre ogni sabato sera su Rai1, ma non gli è andata bene - la "Maria piglia tutto" di C'è posta per te non lascia scampo! -.

La conferma della domenica di Pippo Baudo è comunque un segnale importante: è il servizio pubblico che non vuole e non può rinunciare a un linguaggio più alto, alla classe e ai contenuti di un professionista.

lunedì 25 maggio 2009

IL CORAGGIO DI FARRAH.

Riconoscerla è praticamente impossibile, eppure la protagonista del documentario Farrah's story è proprio Farrah Fawcett. Nella figura incerta e devastata dal male che si vede oggi ben poco è rimasto dell'angelo biondo che negli anni '70 conquistò con la sua bellezza una popolarità mondiale. Protagonista della fortunata serie tv Charlie's Angels, la Fawcett sarebbe rimasta nei ricordi dei suoi ammiratori il sex symbol per eccellenza, l'inarrivabile oggetto del desiderio.

Ma qualcosa è andato storto. L'attrice si è ammalata di cancro al colon e di fronte all'aggravarsi della malattia ha deciso di mettersi al servizio di chi è nelle sue stesse condizioni. Coraggiosamente si è messa a nudo davanti alle telecamere, lasciandosi riprendere senza capelli o durante gli attacchi di nausea e vomito: il suo obiettivo è offrire una testimonianza.

Farrah's story è un racconto autentico, crudo, ma anche molto dolce. Tra le scene più toccanti, quella in cui la Fawcett, a letto stordita dai farmaci, non riconosce il figlio: "Mamy, mamy! It's me", ma niente, nessun segno. Inizialmente restia a lasciarsi riprendere a capo scoperto, l'attrice si è poi lasciata convincere: perchè non c'è di che vergognarsi nel mostrare i segni della malattia, il punto è questo.

Il documentario non è il primo nel suo genere: è stato preceduto lo scorso anno dalla storia dell'attrice Anne Girardòt, colpita dal morbo di Alzheimer, e da quella di Jane Goody, la cattiva del Grande Fratello inglese, che per assicurare un futuro dignitoso ai figli ha accettato di farsi riprendere dalle telecamere mentre veniva stroncata da un male incurabile.

Eppure Farrah's Story ha un impatto diverso: la Fawcett è più popolare, specialmente presso gli americani che sono particolarmente sensibili alle storie vere. Inoltre, il documentario, prodotto dalla stessa Farrah Fawcett e girato da una sua amica, raggiunge livelli di autenticità e di efficacia narrativa superiori, tipici della tradizione statunitense.

Farrah's Story è stato trasmesso dalla Abc e ha inchiodato al televisore nove milioni di spettatori. L'America si è commossa, cogliendo a pieno il valore della testimonianza. Un impegno e un significato che si racchiudono nella domanda che la Fawcett rivolge in una delle prime scene: "Ho il cancro, è questa la mia battaglia. Qual'è la tua?".

venerdì 22 maggio 2009

IL TESORO DIMENTICATO.

Che fine ha fatto il teatro in televisione? Non è scomparso, peggio! Fa da tappabuchi nella terza o quarta serata di Rai2 e Rai3, oppure nei torridi pomeriggi d'estate. Leo Gullotta, che per una tournee teatrale ha rinunciato all'ultimo e sfortunato programma del Bagaglino, chiede alla tv di stato di dedicare al teatro un canale sul digitale terrestre. Si può scommettere che il suo appello resterà inascoltato.

Eppure il servizio pubblico attraversa una paurosa crisi di contenuti: con l'avvento del digitale gli spazi disponibili si moltiplicano, ma le idee scarseggiano. E' un continuo riciclare e riadattare, ripetere e scimmiottare: il linguaggio è sempre più povero e l'offerta si appiattisce. Controprogrammazione vuol dire ormai omologazione.

Sono lontani i tempi in cui la Rai dedicava il giusto spazio al teatro, anche dialettale: negli anni '60 Eduardo De Filippo dava inizio a una prolifica collaborazione tra il suo teatro San Ferdinando e la tv di stato. Dall' auditorium Rai di Napoli (inaugurato nel 1963) Eduardo rappresentava le sue opere per il piccolo schermo: avrebbe continuato a farlo fino ai primi anni '80, regalando al suo pubblico una collezione di capolavori. I giovani riscoprono oggi questo patrimonio collettivo attraverso youtube, i dvd e anche facebook. La collaborazione tra Eduardo e la Rai riflette il suo percorso autorale e spazia dai lavori farsistici come Questi Fantasmi a quelli drammatici come Filumena Marturano o Natale in Casa Cupiello.

Ma quello di Eduardo De Filippo è solo un esempio: perchè il servizio pubblico non può, oggi come quarant'anni fa, valorizzare e far conoscere le specificità culturali di ogni regione attraverso il teatro dialettale? Si tratta delle nostre radici, di un inestimabile patrimonio di conoscenza e tradizioni: chi se non la tv di stato ha il compito di celebrarlo?

mercoledì 20 maggio 2009

LA TV DELLA BALIVO: UNA VOLGARE PANTOMIMA.

Nella celebre classifica di Striscia la Notizia "I nuovi mostri" saprei bene a chi riservare il primo posto: la palma d'oro della mostruosità della stagione televisiva 2008/09 spetta all'abominevole Caterina Balivo. Più finta del mago Silvan e del pupazzo Uan messi insieme, la Balivo è da poco approdata in prima serata. Non contento di averle dato la striscia quotidiana di Festa Italiana - cosa ci sarà poi da festeggiare ancora non si è capito! -, il direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce ha trovato giusto affidarle la conduzione de I sogni son desideri.

E' bastato che ad Antonella Clerici venisse voglia di fare la mamma: che idea malsana per un'italiana che intende continuare a lavorare! Del Noce ha colto la palla al balzo per favorire la sua protetta Balivo, anche se questo significava mandare a casa una delle punte di diamante dell'azienda. La Clerici, infatti, con Ti lascio una canzone continua a fare il botto di ascolti, ma, attenzione, è in scadenza di contratto: per restare ha chiesto alla Rai di tornare alla guida de La prova del Cuoco - affidato a Elisa Isoardi, un'altra delnocina -.

I Sogni sono desideri somiglia al Treno della Clerici (potevano almeno sforzarsi di trovare un titolo diverso!), nel senso che è la brutta copia: il problema è proprio la Balivo e quel suo vizio di ostentare empatia con gli ospiti. Come non rimpiangere la spontaneità della Clerici?

Incartata come un torroncino, la Balivo si finge indaffarata a preparare sorprese e a organizzare ricongiungimenti: "Papà Sam viene dalle Ande e, ovviamente, non sa che sta per rivedere sua figlia. Gli abbiamo teso un trappolone coi fiocchi!". Il trappolone, che orrore! Perfino la fiammeggiante Alda D'Eusanio, una maschera di botox e cerone, è più credibile.

"Ognuno di noi ha un sogno dalla vita": con questo motto Caterina Balivo, la più invasiva delle delnocine, da inizio a ogni trasmissione. Sarebbe opportuno che il servizio pubblico in prima serata non demolisse anche la grammatica, oltre al buon gusto!

martedì 19 maggio 2009

LA NUOVA VENTURA: MENO TV, PIU' FAMIGLIA.

Inguaribile casinista, Simona Ventura non smetterà mai di sorprenderci! La "conduttrice con le palle" non si accontenta di fare notizia manifestando l'intenzione di avere nella nuova edizione dell'Isola dei Famosi Benedetto Elio Letizia, il papà della chiacchieratissima Noemi. Con un coup de theatre degno di lei, la vulcanica superSimo ha ufficializzato stamattina il suo no alla terza edizione di X Factor. La mattatrice del tubo catodico vuole voltare le spalle a una delle sue più fortunate creature per passare più tempo in famiglia: ma ce la vedete la mattatrice del tubo catodico a preparare sughi o ad annaffiare gerani?!

Già venerdì scorso nell'intervista a Daria Bignardi la Ventura aveva detto di voler pensare agli affetti: "In questo momento sento di non dare più al lavoro il primo posto". Effettivamente, con più di novanta trasmissioni all'attivo in quest'ultima stagione, non le sarà rimasto molto tempo per sè, per i figli e per il nuovo compagno che vive al di là dell'oceano.

Simona Ventura ha spiegato sul suo sito ufficiale la decisione di lasciare X Factor, mentre la Rai dal canto suo fa sapere di condividere e rispettare la sua scelta.

Difficile immaginare qualcuna che non sia la Ventura al banco dei giurati: è stata lei a scommettere sulla conduzione di Francesco Facchinetti, a valorizzare la comicità e l'esperienza di Mara Maionchi e a lanciare Giusy Ferreri in vetta alle classifiche. D'altra parte, non era un mistero che superSimo valutasse da tempo la possibilità di prendere una pausa, andare all'estero, o di lavorare dall'altra parte della telecamera. Come insegna l'impareggiabile Fiorello, chi ha talento e passione non riesce a fare a meno di sovraesporsi, ma è importante imparare a sparire. Comunque la Ventura manterrà le conduzioni di Quelli che il calcio e de L'Isola.

X Factor risentirà dell'abbandono di Simona Ventura? Per ora non si può dire, ma sarà un'impresa sostituire questa pasionaria dell'etere. La Ventura è una professionista cazzuta: ama il suo lavoro e le piace il rischio. E' una dura, insomma! La figura più moderna - direi di rottura - del panorama televisivo nazionale.

domenica 17 maggio 2009

IL PASSO FALSO DELL'ACCOPPIATA MARANO-BIGNARDI.

"E' la Rai, bellezza"! Così l'ironica Simona Ventura saluta la padrona di casa Daria Bignardi prima di iniziare l'intervista a L'Era Glaciale. "Ti trovo un pò provata", provoca la Ventura e a poco serve che l'algida Bignardi ostenti indifferenza. Ormai la frittata è fatta!

Povera Daria! A La7 era abituata a invitare chiunque e a gestire le interviste nella maniera più libera possibile. Le sue Invasioni Barbariche non hanno mai scatenato polemiche da prima pagina, eppure di interviste scomode ce ne sono state. Semplicemente il terzo polo - o aspirante tale - è l'isola felice ben lontana dal vespaio di Viale Mazzini. Niente lottizzazioni, nè quote di partito negli studi di Telecom Italia Media.

Ma la stagione delle Invasioni Barbariche è conclusa: il programma è praticamente lo stesso, ma l'editore è diverso e in Rai le pressioni sono all'ordine del giorno. Avrebbe dovuto tenerne conto la penna più sofisticata di Vanity Fair, prima di invitare quelle due mine vaganti di Beatrice Borromeo e Vauro. Con le sue domande incalzanti sul premier Berlusconi e su AnnoZero la Bignardi ha innescato la miccia di due figure di spicco del carrozzone Santoriano. Non si può realizzare un'intervista, farla consapevolmente in un certo modo, e poi decidere di non mandarla in onda. Si chiama censura, ed è molto, molto brutta.

Non è certo una lezione di giornalismo quella della Bignardi che si piega ai dictat del suo direttore Antonio Marano (quota Lega). Meglio non invitare affatto ospiti ritenuti scomodi, ma se gli si da la parola non è certo per oscurarli! Daria Bignardi non avrebbe dovuto acconsentire alla cancellazione dell'intervista: dimettersi sarebbe stato più civile e professionale. Non può mica cavarsela con un pezzo su Vanity Fair!

Ma quello che più mi infastidisce è che l'accoppiata Marano-Bignardi ha fatto della contessina Borromeo la paladina del giornalismo libero, la Giovanna D'Arco del diritto all'informazione. La censura ha avuto l'effetto di alimentare il protagonismo e il delirio di onnipotenza di quelli che come Santoro si credono gli unici in grado di liberare dalle catene dell'ignoranza il popolino stupido. Eh no, Bignardi, questo non me lo dovevi fare!

venerdì 15 maggio 2009

TV: CHI SI AGGIUDICA IL RECORD DEL TRASH?

L'editoriale di Alfonso Signorini su Tv, Sorrisi e Canzoni di questa settimana mi ha molto colpito: si tratta di un'analisi interessante dello Show dei Record, in onda su Canale5 ogni giovedì in prima serata. Come mai un programma che molti trovano brutto fa ascolti così alti? Secondo il direttore Signorini, è la cosiddetta sindrome del gatto schiacciato a decretare il successo del varietà condotto da Barbara D'Urso. In pratica, lo stesso istinto che ci incuriosisce e ci fa soffermare su immagini che suscitano ribrezzo (appunto, il gatto spiaccicato in tangenziale, o anche lo scontro tra due macchine che ci fa rallentare per guardare meglio) ci incolla alla tv davanti al bambino più peloso del mondo, alla donna con le tette più grandi (e alla D'Urso che, sentendosi improvvisamente sminuita, scatena il suo istinto bestiale) o a quella più brutta.

Personalmente, trovo che lo Show dei Record sia veramente brutto, spesso volgare, e che la curiosità morbosa descritta da Signorini non sia sufficiente a costruire un programma di prima serata. Seppure facendo zapping mi imbatto nell'uomo più piccolo del mondo, un attimo dopo cambio canale davanti alla D'Urso che gli corre dietro per lo studio cercando di acchiapparlo.

Tuttavia, la sindrome del gatto schiacciato rappresenta una teoria fondamentale per il servizio pubblico che, in quanto tale, dovrebbe fare a meno di applicarla. Se, infatti, è ammissibile che la tv commerciale alimenti la malsana curiosità del pubblico (l'importante è fare ascolti e attirare i pubblicitari), non è comprensibile che la Rai faccia lo stesso. Eppure, la televisione di stato non ci risparmia plastici e biciclette insanguinate, macabri fatti di cronaca ripescati ad arte dal passato. I dettagli pulp e le testimonianze agghiaccianti si sprecano, dai tg ai talk show, fino ai varietà di prima serata.

Liberiamo il servizio pubblico dagli show dei record: record di volgarità e voyeurismo.

giovedì 14 maggio 2009

DONNE E TV: PER FORTUNA CHE C'E' LUCIANINA.

Voce squillante, linguaggio colorito e una figura felliniana: Luciana Littizzetto è la regina incontrastata della comicità in tv. L'appuntamento con la sua travolgente simpatia ogni domenica sera è il defibrillatore dopo una puntata spesso letargica di Che tempo che fa. Gerontofilo e anestetico, Fabio Fazio trova nella Littizzetto un irrinunciabile punto di forza.

Luciana fa il punto della settimana appena trascorsa, ironizzando sui fatti principali: la sua satira giocosa spazia dall'economia, alla politica, fino alle notizie più curiose e bizzarre. I suoi sberleffi sono il vento leggero che attraversa i palazzi del potere, senza risparmiare nessuno. Là, tra gli scanni di Montecitorio e quelli di San Pietro, i suoi bersagli preferiti sorridono (incredibile, lo so, ma ne sono certo) e grazie a lei si prendono meno sul serio.

Lucianina Littizzetto sente il pubblico a casa e gli arriva dritto al cuore: con le metafore e le immagini colorite della nonna, invia messaggi efficaci che lasciano il segno. Prima ancora di fare una battuta è già lì che ride e la magia è fatta!

Non è un fiore di beltà, o una "stragnocca" come direbbe lei, ma non te lo fa pesare: sfido chiunque a non trovarla irresistibile, a non innamorarsi della sua ironia.

Memorabili le gag sull'intervento di rivergination praticato negli Stati Uniti ("praticamente ti mettono una toppa sulla topa"!), gli appelli irriverenti a "eminence" o quelli solidali a Veronica Lario ("Very, qui l'avevamo capito da un pezzo che non eravate fatti l'uno per l'altra"!).

Onore a Luciana Littizzetto: fa ridere, è sensibile e impegnata; fa salire vertiginosamente le quotazioni delle donne in tv!

martedì 12 maggio 2009

RICOMINCIARE CON ALDA D'EUSANIO: MEGLIO DI NO.

Cos'hanno in comune il maggiordomo di Lady Diana, l'autista di Giovanni Falcone e l'ex moglie di Gigi D'Alessio? Che sono tutti protagonisti di Ricominciare, lo show in onda su Rai2 condotto da Alda D'Eusanio.

Dopo alcuni anni in naftalina, la conduttrice abruzzese è stata rodata l'estate scorsa (a luglio ci si può anche permettere di sperimentare un programma nuovo e di dubbia riuscita; chi vuoi che guardi la tv?!), guadagnandosi quella che si potrebbe definire una promozione con riserva. Ricomniciare è tornato quest'anno, non in estate ma in primavera, ultima coda della stagione televisiva.

Rossa come Milva e ruspante come Paolo Limiti, la D'Eusanio porta in televisione starlette dimenticate, sfigati cronici e personaggi balzati alla ribalta delle cronache per tragedie varie. Che si tratti della sorella di una vittima del massacro del Circeo o della non più giovane Anita Eckberg, l'accoglienza è la stessa: "Che splendore, sei bellissima! Il mio mito da sempre!".

Come nel salotto pomeridiano di Al posto tuo, le interviste della D'Eusanio soddisfano curiosità morbose, sulla veglia funebre a Diana e sull'abito che indossava da morta, piuttosto che sui corpicini delle vittime del mostro di Marcinelle.

A dispetto del titolo Ricominciare, il programma scava in un torbido passato riportando alla luce storie truculente e protagonisti delle cronache mondane. Vittime o carnefici, mogli o amanti, tutti salgono sul carrozzone della D'Eusanio: fino a quando continuerà a esumare cadaveri?

Di tutto il programma salverei i filmati che ricostruiscono il background storico da cui provengono i personaggi di ogni puntata: affreschi ben concentrati e soprattutto ricchi, grazie alle preziose teche Rai.

Dopo il compagno di Gianni Versace, l'ex della contessa Agusta e il non più piccolo Farouk Kassàm, attendiamo trepidanti il biondino degli 883, il mago Galbusera e il pupazzo Rockfeller!

lunedì 11 maggio 2009

TRUE BLOOD: IL VAMPIRO SI CONSACRA ICONA SEXY.

Una remota e torrida provincia americana: quattro case di legno, un pub, lo sceriffo e tanta monotonia. Un'ambientazione tutto sommato normale che ci riporta a telefilm di successo come Hazard. Ma c'è qualcosa di diverso tra quelle strade polverose e quelle insegne al neon. Gli esseri umani non sono i soli in quella provincia, ma devono dividersela con i vampiri. Proprio così, vampiri. Presentato al Telefilm Festival di Milano, True Blood è la nuova serie in onda su Fox che racconta con ironia e spregiudicatezza la convivenza tra uomini e mostri sanguinari.

Una serie di delitti misteriosi sconvolge una piccola e tranquilla comunità del Sud. Suki è la classica sventola che serve ai tavoli in hot pants nel pub del paese, ma ha qualcosa di diverso: è capace di leggere nel pensiero. La bionda e coraggiosa pollastrella decide di usare questo suo dono per liberare lo sprovveduto fratello dall'accusa di omicidio e scoprire chi è il vero assassino. Le indagini "fai da te" portano Suki nella comunità dei vampiri, che lotta per farsi accettare dagli umani e raggiungere la parità dei diritti, ma resta ghettizzata nel locale Fang-tasy (dove Fang sta per zanna!). La ragazza scoprirà che se da un lato gli uomini diffidano dei loro vicini sanguinari, dall'altro li cercano e li desiderano per abbandonarsi a divertimenti molto trasgressivi.

Il racconto è veloce e incredibilmente avvincente: scene crude, ma efficaci; linguaggio diretto e sarcastico. Il giallo si infittisce e tiene fino alla fine con il fiato sospeso.

I vampiri affascinano da sempre scrittori e artisti: a partire dal telefilm Buffy, passando per lo straordinario successo della saga di Twilight, oggi consacrano la propria popolarità al cinema e in tv. Seducono le ragazze più affascinanti, si innamorano addirittura e vivono storie d'amore struggenti. Anche in True Blood la protagonista Suki non tarda a incontrare il suo vampiro bello e tenebroso...

sabato 9 maggio 2009

TROPPE PIROETTE IN TV!

I ballerini conquisteranno il mondo e ci faranno tutti schiavi! Sono già partite le audizioni per la nuova edizione di Amici - una vera e propria gara al massacro - e la Rai non se ne sta certo con le mani in mano. Tutti sulle punte, anche nella Tv di stato!

"... Perchè Academy è la tv che balla"! Ma anche no. Il nuovo talent di Rai2 Academy è noioso, scontato, già visto. Dopo il successo consolidato negli anni di Amici a chi sarà mai venuta l'idea di produrre un programma praticamente uguale?! Stesso studio, stesse coreografie, stesse gare, anzi, sfide! Non mancano i giurati pittoreschi e isterici, le lacrime, gli abbracci e le liti da cortile cui siamo ormai abituati.

Ma Academy non è proprio uguale ad Amici: non c'è Maria De Filippi, ma Lucilla Agosti nell'inquietante versione "conduttrice perfetta". E' bionda, ha i boccoli e un sorriso plastico: sembrerebbe quasi contenta di starsene strizzata in quei tubini colorati. Ride delle battute, è contrita quando legge il nome degli eliminati; ovviamente, non suda mai. Dopo ogni puntata la rimettono nel polistirolo accanto a Milly Carlucci. Che ne è della fresca e spontanea Lucilla Agosti che conduceva su All Music Azzurro, il programma dedicato alla musica italiana?

Ad Academy manca il cinismo di Maria De Filippi, la capacità di tirare fuori il peggio dei concorrenti e dei giurati: isterismi, vittimismi e manie di protagonismo. Lo show di Rai2 è la versione edulcorata di Amici, è meno strillato ma gli somiglia troppo. Meno reality, più talent: la formula potrebbe funzionare, ma il programma, pur essendo più "educato", è prevedibile e non incuriosisce.

venerdì 8 maggio 2009

GOD SAVE NOEMI!

Sogni di fiction e megaville: il mondo di Noemi, titola oggi il Corriere della Sera a pagina sei. In primo piano, dunque, e da diversi giorni il giornale più importante del Paese da tutta evidenza alla vicenda di Noemi Letizia, eroina del feulleton più intrigante del momento.

Ma chi è Noemi Letizia e soprattutto a chi interessa la sua storia e quella della sua festa? Eppure, a giudicare dai talk show trasmessi nell'ultima settimana, il diciottesimo compleanno della bionda fanciulla sembra essere il problema principale della nazione. Il sorriso fresco e carico di belle speranze, le ambizioni e le velleità della piccola Noemi - non è che una ragazzina, signori, che sogni pure di fare l'attrice o la modella! - sono al centro delle cronache. La sua foto ci perseguita, dalla tv ai rotocalchi a internet - sul sito de L'Espresso c'è addirittura l'invito alla sua festa, "oggetto di culto" secondo il settimanale - ed è già il simbolo del malcostume e del velinismo imperante. L'icona del ciarpame senza pudore.

Bruno Vespa ha costruito un'intera puntata di Porta a Porta intorno alla festa di compleanno della ragazza napoletana e al suo illustre ospite. Michele Santoro ad Annozero non è riuscito a fare niente di diverso, dedicando buona parte dello show alla biografia di Noemi e di suo papà.

Ancora una volta l'offerta televisiva e l'informazione in generale si omologano e si appiattiscono sul niente. Con tutto quello che ci sarebbe da dire e le questioni che andrebbero affrontate, i direttori di giornale nei faccia a faccia televisivi non fanno che rimproverare al premier di aver preso parte a quella festa.

Come se questo fosse il vero problema, come se i matrimoni finissero per una sciocchezza del genere! La televisione è divisa tra chi copre di ridicolo Noemi e i suoi sogni di adolescente per colpire il Presidente del Consiglio, e chi lo fa per nascondere le difficoltà reali. In entrambi i casi la manipolazione e l'assenza di serietà sono un dato allarmante.

giovedì 7 maggio 2009

LA FRECCIA DI CUPIDO NON FA CENTRO.

La Tv in soccorso dei cuori infranti! Dai tempi di Agenzia Matrimoniale e prima ancora, la televisione ha una vocazione taumaturgica: lecca le ferite, offre una seconda opportunità alle persone sole e disperate. Numerosi i programmi di successo nati con questo spirito: Cupido, il nuovo show di Italia1 condotto da Federica Panicucci con Rossano Rubicondi, li scimmiotta e li storpia tutti. Uomini e donne, Agenzia matrimoniale, Stranamore, Colpo di Fulmine e anche Il brutto anatroccolo: le citazioni sono molteplici.

Ne risulta un'insalatona, un'accozzaglia pesante e noiosa: se, infatti, dapprima il programma può incuriosire - la tv dei sentimenti è sempre popolare -, presto inizia a debordare e a perdersi in momenti assolutamente improbabili.

Funziona così: la Panicucci in versione Eva Kant aiuta lo sfigato di turno a conquistare la persona desiderata suggerendogli strategie, combinandogli appuntamenti e migliorandone il look. Le situazioni sono chiaramente forzate e poco credibili: i personaggi sono spontanei quanto le marionette di Uomini e Donne. Senza contare che la storia raccontata è terribilmente lunga e spesso assume connotati farseschi; se solo il racconto fosse asciugato guadagnerebbe in efficacia.

Ad appesantire ulteriormente il tutto, gli interventi dello psichiatra Alessandro Meluzzi, direttamente dall'Isola dei Famosi: come dire, al peggio non c'è fine!

Federica Panicucci è una brava conduttrice, alla radio come in tv, ma prigioniera del suo personaggio da Festivalbar. Non può più essere credibile come vent'anni fa alla guida di programmi giovanilistici e dovrebbe raccogliere nuove sfide. Ma la responsabilità non è tutta sua: Italia1, il canale giovane per eccellenza, dovrebbe essere una fucina di idee e sfornare prodotti freschi e originali.

martedì 5 maggio 2009

UNA TV PER IL DILETTO DELL'IMPERATORE?

Donne e tv: com'è rappresentato il gentil sesso sul piccolo schermo? Ne discute Gad Lerner all'Infedele con un nutrito gruppo di ospiti tutto al femminile, escluso l'autore Cesare Lanza. Se è vero che la televisione è lo specchio della società, che idea ci si fa delle donne italiane guardando i varietà campioni di ascolti? Ovviamente, la riflessione prende spunto dalla saga familiare dei Berlusconi, che in questi giorni sembra essere giunta all'epilogo, e dalla discussa figura della first lady. Ingrata o coraggiosa? Politici, giornalisti e intellettuali si dividono da giorni sul tema e non sembrano darsi pace.

A l'Infedele il dibattito non tarda ad accendersi: Lanza difende i suoi programmi, "non solo docce e spogliarelli"; Alba Parietti rivendica la libertà della donna di piacersi e di costruire la propria carriera anche sull'immagine; l'onorevole Gabriella Carlucci redarguisce la moglie del premier per aver sbattutto sui giornali la propria vicenda privata. Per non dare troppo spazio ai vip gonfi di ciccia e acido ialuronico, Gad Lerner non si fa mancare la politologa femminista e la poetessa libanese, pronte a denunciare il maschilismo e la volgarità della televisione e della cultura.

Ha ragione la signora Veronica a ribellarsi al grido di ciarpame senza pudore? Ad accusare televisione e politica di proporre un modello mortificante di strafiga per il diletto dell'imperatore?

La discussione è interessante e il problema culturale potrebbe effettivamente emergere: da un lato le reginette del botox, che a forza di stacchetti e calendari scavalcano i banchi di Montecitorio; dall'altro le "donne con le palle", femminili quanto un rasoio elettrico, ma di polso e grande talento. Sembra quasi che la donna per mostrare di valere debba rinunciare alla propria identità e somigliare all'uomo.

Ma la puntata de l'Infedele scivola inevitabilmente sul tema del giorno (anche basta, please!) e diventa il processo a Veronica. Per quello che importa, la mia opinione a riguardo è semplice: se il gesto dell'esasperata signora di Macherio ha generato una riflessione generale ben venga. Spiegando pubblicamente la decisione di divorziare, la first lady ha convinto il Pdl a ritirare le candidature di ex troniste e grandi sorelle, questo è un fatto, e un fine intellettuale come Gad Lerner a ospitare un dibattito necessario sulla donna. Poteva scegliere il modello Carlà, la sciura Veronica, diventando un luccicante ornamento del marito, e invece ha optato per la cazzuta Michelona Obama, amata e per questo coinvolta dal presidente consorte.

L'idea più interessante emersa ne l'Infedele riguarda la leadership di giornali e televisione: il quotidiano Libero ha sbattuto in prima pagina la Lario a seno nudo perchè è quello che vuole la gente; ma se il leader da alla gente solo quello che vuole e non quello che sarebbe giusto dare che leader è?!

domenica 3 maggio 2009

LA SPERANZA IN UN REALITY.

Il reality come strumento di integrazione sociale e accettazione del diverso? Vediamo un pò: un rom vince il Grande Fratello 9, un trans L'Isola dei Famosi, una vittima del gioco d'azzardo La Fattoria. Alessio Vinci, ormai professionale e convincente anche quando affronta temi più leggeri, nell'ultima puntata di Matrix cerca di capire cosa stia succedendo e da voce a una pluralità di punti di vista, tutti interessanti.

Colpisce, in particolare, il servizio realizzato nel campo rom del Casilino, a Roma, dove tutti hanno seguito la finale del GF, la "finale di Ferdi". In una baracca qualcuno racconta di aver preso in prestito un televisore apposta e di aver radunato tutta la comunità, come facevamo noi italiani negli anni '50, quando in pochissimi potevano permettersi le prime tv. I giovani rom ai microfoni di Matrix raccontano di aver votato il proprio "rappresentante" perchè grazie a lui si sono sentiti riscattati: "Ferdi ci aiuta a sperare in un futuro migliore", hanno detto, "Se cel'ha fatta lui anche noi possiamo avere una seconda chance".

Ho letto diversi articoli su questo giovane montenegrino che ha suscitato tanta simpatia: il "Barack Obama dei rom", lo hanno definito, oppure lo "Slumdog Millionaire di Cinecittà"... Già. Il film che ha fatto il botto all'ultima notte degli Oscar è stato girato nelle baraccopoli indiane: i protagonisti non sono attori, ma ragazzini del posto; la loro miseria purtroppo non è un'invenzione. Slumdog Millionaire non ha forse il merito di accendere le luci su quella realtà troppo spesso ignorata? Eppure, passati gli oscar, i bambini del film sono tornati alla loro povertà e ai loro drammi quotidiani.

Il tenero Ferdi non si rende conto di quanto sia importante per gli altri rom la sua vittoria e forse si sente più italiano che rom: lui, affidato da anni a una famiglia di Fano; lui, cuoco regolarmente assunto e bene integrato. Si starà chiedendo cos'ha in comune con gli zingari del campo del Casilino. Quando i riflettori si saranno spenti sul Grande Fratello 9, il vincitore Ferdi - cui, ben inteso, auguro il meglio - mal che vada tornerà un pò deluso al suo lavoro di cuoco. Ma chi, a quel punto, sarà in grado di riportare la speranza tra le baracche "sgarrupate" dei rom?

sabato 2 maggio 2009

PRIMO MAGGIO: MENO PAROLE PIU' MUSICA, GRAZIE.

Ieri sera ero a cena con alcuni amici, ma non ho potuto fare a meno di accendere la tv per dare un'occhiata al concerto del primo maggio. E' stato più forte di me, eppure un attimo dopo ero già annoiato. Mi chiedo: cosa c'entra la splendida e gravida Claudia Gerini con la festa dei lavoratori?! Donna di rara bellezza, questo sì, esaltata dalla maternità: ma perchè affidare a lei, icona dell'o famo strano, un monologo ispirato al tema della manifestazione Il mondo che vorrei? Quello della Gerini non è stato, ahimè, il solo momento retorico del concerto: il conduttore Sergio Castellitto non ci ha risparmiato sermoni altrettanto lunghi sulla speranza, sul domani, sui gggiovani... Ancora una volta il ritornello "Quant'è bella questa sinistra giovane e sorridente"!

Ma non doveva essere un concerto?! E che concerto sia! Vogliamo ballare, mica dormire! Per fortuna, la buona musica in piazza San Giovanni non manca mai. Molto coinvolgente la banda Bardot: che primo maggio sarebbe senza di loro? Bravi Caparezza e gli Afterhours, ma soprattutto grande Vasco! La vera star del concerto non ha deluso le aspettative, regalando al pubblico un'ora di emozioni ininterrotte.


Ecco: quando canta il Blasco, la gente diventa una cosa sola; c'è un comune sentire, una forza che abbraccia tutti. E' questo il valore della musica e dei concerti: avvicinare anche quelli che non si conoscono. Questo dovrebbe essere ancora oggi lo spettacolo del primo maggio. Niente a che fare con la retorica inutile e stucchevole.

venerdì 1 maggio 2009

LO "ZIO BRUNO" COME ZIO TIBIA.

Ma che differenza c'è tra Real CSI e Porta a Porta? Quando Bruno Vespa ci racconta le ultime evoluzioni del giallo di Garlasco - come potremmo vivere bene senza conoscere i file pornografici collezionati da Alberto Stasi? Questo sì che è servizio pubblico! - ci fornisce dettagli e testimonianze che in quanto a morbosità superano addirittura i racconti da brivido di Italia1. In entrambi i casi si tratta di storie vere, insaporite e spettacolarizzate per soddisfare la voglia di sangue del pubblico a casa. E poi c'è l'indagine, la suspense: sarà stato davvero il biondino dagli occhi spiritati a spegnere il sorriso dell'angelica fidanzata? Oppure le cugine, filiformi e "veliniste", pronte a tutto pur di guadagnare un primo piano?

Insomma, gli ingredienti giusti non mancano: lo zio Bruno - sostituitosi, ormai, allo zio Tibia che verso la fine degli anni '80 ci introduceva in seconda serata ai film dell'orrore - proprio non può esimersi dal seguire il caso. A tener viva la curiosità degli spettatori contribuisce la solita compagnia di giro: criminologi e psichiatri dai maglioncini pastello, pubblici ministeri sempre più cotonati e ingioiellati.

Perfino la scenografia si presta a ricostruire questa odierna Twin Peaks: se per Cogne Vespa ha inventato il plastico, per Garlasco non si fa mancare la bicicletta insanguinata al centro dello studio. Forse si potrebbe pensare a una sigla alternativa al tema di Via Col Vento, più inquietante, anche se ormai l'effetto è praticamente uguale - così lo zio Bruno si abbatte sui nostri ricordi e sulla colonna sonora che più ci ha emozionato! -.

Annoiato dall'ennesimo caso di controprogrammazione omologata e omologante (ormai non ho dubbi: l'equazione Porta a Porta=RealCSI è perfetta!), mi lascio deliziare dai talenti di X Factor e dal loro primo concerto dopo la fine del programma.