BLOGGER TEMPLATES AND TWITTER BACKGROUNDS »

venerdì 22 maggio 2009

IL TESORO DIMENTICATO.

Che fine ha fatto il teatro in televisione? Non è scomparso, peggio! Fa da tappabuchi nella terza o quarta serata di Rai2 e Rai3, oppure nei torridi pomeriggi d'estate. Leo Gullotta, che per una tournee teatrale ha rinunciato all'ultimo e sfortunato programma del Bagaglino, chiede alla tv di stato di dedicare al teatro un canale sul digitale terrestre. Si può scommettere che il suo appello resterà inascoltato.

Eppure il servizio pubblico attraversa una paurosa crisi di contenuti: con l'avvento del digitale gli spazi disponibili si moltiplicano, ma le idee scarseggiano. E' un continuo riciclare e riadattare, ripetere e scimmiottare: il linguaggio è sempre più povero e l'offerta si appiattisce. Controprogrammazione vuol dire ormai omologazione.

Sono lontani i tempi in cui la Rai dedicava il giusto spazio al teatro, anche dialettale: negli anni '60 Eduardo De Filippo dava inizio a una prolifica collaborazione tra il suo teatro San Ferdinando e la tv di stato. Dall' auditorium Rai di Napoli (inaugurato nel 1963) Eduardo rappresentava le sue opere per il piccolo schermo: avrebbe continuato a farlo fino ai primi anni '80, regalando al suo pubblico una collezione di capolavori. I giovani riscoprono oggi questo patrimonio collettivo attraverso youtube, i dvd e anche facebook. La collaborazione tra Eduardo e la Rai riflette il suo percorso autorale e spazia dai lavori farsistici come Questi Fantasmi a quelli drammatici come Filumena Marturano o Natale in Casa Cupiello.

Ma quello di Eduardo De Filippo è solo un esempio: perchè il servizio pubblico non può, oggi come quarant'anni fa, valorizzare e far conoscere le specificità culturali di ogni regione attraverso il teatro dialettale? Si tratta delle nostre radici, di un inestimabile patrimonio di conoscenza e tradizioni: chi se non la tv di stato ha il compito di celebrarlo?

0 commenti: