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domenica 17 maggio 2009

IL PASSO FALSO DELL'ACCOPPIATA MARANO-BIGNARDI.

"E' la Rai, bellezza"! Così l'ironica Simona Ventura saluta la padrona di casa Daria Bignardi prima di iniziare l'intervista a L'Era Glaciale. "Ti trovo un pò provata", provoca la Ventura e a poco serve che l'algida Bignardi ostenti indifferenza. Ormai la frittata è fatta!

Povera Daria! A La7 era abituata a invitare chiunque e a gestire le interviste nella maniera più libera possibile. Le sue Invasioni Barbariche non hanno mai scatenato polemiche da prima pagina, eppure di interviste scomode ce ne sono state. Semplicemente il terzo polo - o aspirante tale - è l'isola felice ben lontana dal vespaio di Viale Mazzini. Niente lottizzazioni, nè quote di partito negli studi di Telecom Italia Media.

Ma la stagione delle Invasioni Barbariche è conclusa: il programma è praticamente lo stesso, ma l'editore è diverso e in Rai le pressioni sono all'ordine del giorno. Avrebbe dovuto tenerne conto la penna più sofisticata di Vanity Fair, prima di invitare quelle due mine vaganti di Beatrice Borromeo e Vauro. Con le sue domande incalzanti sul premier Berlusconi e su AnnoZero la Bignardi ha innescato la miccia di due figure di spicco del carrozzone Santoriano. Non si può realizzare un'intervista, farla consapevolmente in un certo modo, e poi decidere di non mandarla in onda. Si chiama censura, ed è molto, molto brutta.

Non è certo una lezione di giornalismo quella della Bignardi che si piega ai dictat del suo direttore Antonio Marano (quota Lega). Meglio non invitare affatto ospiti ritenuti scomodi, ma se gli si da la parola non è certo per oscurarli! Daria Bignardi non avrebbe dovuto acconsentire alla cancellazione dell'intervista: dimettersi sarebbe stato più civile e professionale. Non può mica cavarsela con un pezzo su Vanity Fair!

Ma quello che più mi infastidisce è che l'accoppiata Marano-Bignardi ha fatto della contessina Borromeo la paladina del giornalismo libero, la Giovanna D'Arco del diritto all'informazione. La censura ha avuto l'effetto di alimentare il protagonismo e il delirio di onnipotenza di quelli che come Santoro si credono gli unici in grado di liberare dalle catene dell'ignoranza il popolino stupido. Eh no, Bignardi, questo non me lo dovevi fare!

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