Eh no, così non va! Nell'ultima settimana (troppo tardi, forse) ho colto con sconcerto un involgarimento del linguaggio usato in tv nei confronti delle donne.
Mi riferisco, in particolare, a due esponenti femminili della politica e della carta stampata, apostrofate con inaudita violenza. A nessuno - tantomeno a chi ci governa - è permesso offendere una signora davanti a milioni di spettatori, con frasi del tipo "Lei è più bella che intelligente"... Da non crederci. Chiunque, a prescindere dal sesso o dal credo politico, dovrebbe provare indignazione di fronte a un tale abuso.
In televisione, come nell'agone politico, si dovrebbe mantenere un contegno superiore che in qualunque altro contesto e dare il buon esempio. Invece ci tocca assistere di continuo a siparietti mortificanti che, attraverso la rete, fanno il giro del mondo. Proprio una bella pubblicità!
Ma non finisce qui. La giornalista del Corriere della Sera Maria Laura Rodotà è stata definita "pappona" - ovvero sfruttatrice e protettrice di prostitute - dal patron di Striscia la Notizia Antonio Ricci. Ma cos'ha mai fatto la Rodotà per meritarsi un tale insulto? Un bel niente, a parte combattere il velinismo dalle colonne del Corriere, con ironia e intelligenza - le donne che non avessero ancora letto i suoi editoriali farebbero bene a procurarsene una copia -.
Tante e tali sono le ritorsioni cui va incontro chi si spende per risvegliare il senso civico del gentil sesso: chi si azzarda a ricordare che la famosa "altra metà del cielo" troppo spesso viene mortificata, non solo dal piccolo schermo, ma anche dalla società misogina. E a tutti i livelli: nelle aziende, in politica, nelle università.
Personalmente, seguo Antonio Ricci dai tempi del Drive In e trovo sia un geniale innovatore del linguaggio televisivo. Tuttavia, voglio sposare la tesi di Sabina Ciuffini, storica valletta di Mike Bongiorno: Ricci si è fermato alle scollature mozzafiato delle ragazze fast-food, mentre avrebbe potuto, grazie al suo talento creativo, divertire il pubblico in mille altri modi.
martedì 13 ottobre 2009
TV E LINGUAGGI: CHE FINE HA FATTO IL RISPETTO?
Pubblicato da gianluca alle 07:56
Etichette: antonio ricci, maria laura rodotà, rosy bindi, striscia la notizia
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