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domenica 24 gennaio 2010

L'IMPEGNO DEI SERIAL AMERICANI

Perchè i telefilm americani sono così avanti? Cosa li rende prodotti di qualità in grado di competere con il cinema?

Le risposte sono svariate: sceneggiature originali, non scopiazzate o ricicciate; attori degni di questo nome, non avanzi di reality o calendari; una regia che non lascia niente al caso, dalla colonna sonora alle scenografie.

Ma c'è una cosa che distingue la serialità americana da tutte le altre e che in Italia, purtroppo, non è ancora concepita: l'impegno. Mi spiego.

In due dei telefilm che amo di più, Grey's Anatomy e Brothers and sisters viene affrontato il tema della guerra in Iraq. Gli episodi a cui mi riferisco sono stati scritti e girati durante l'amministrazione Bush, mentre l'America vedeva tornare i propri figli dal golfo in bare di zinco, mute e terrificanti.

La paura di rivivere l'incubo del Viet Nam era diffusa - lo è ancora oggi, anche se il teatro di guerra si è spostato in Afghanistan - e gli sceneggiatori di questi due serial hanno deciso di darle voce.

In Brothers and sisters, Justin, il più piccolo dei cinque fratelli Walker, decide di arruolarsi e laggiù in Iraq vede morire tutti i suoi compagni. Tornato a casa, precipita in un tunnel di solitudine e droga: si sente in colpa, si vuole male e respinge tutti quelli che lo amano.

In Grey's Anatomy, il dottor Owen Hunt, chirurgo d'urgenza in servizio sul fronte iracheno, decide di tornare negli Stati Uniti, ma poi se ne pente: non si perdona l'aver lasciato il campo di battaglia, è solo e si sente un traditore. Chiede aiuto a un analista, ma inutilmente: non riesce a dire a sua madre di essere rientrato e, in un raptus improvviso, tenta di strangolare la donna che ama.

La tv - come il cinema, la letteratura e il teatro sociale -, non solo interpreta il comune sentire, ma si pone l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica su tematiche di un'attualità bruciante.

Anche in Italia esistono tentativi del genere: ieri sera, per esempio, è andata in onda su Raiuno la fiction Gli ultimi del paradiso, sulle morti bianche. Un prodotto apprezzabile e di alto senso civico, ma che non fa sognare. Inevitabile rimpiangere le musiche - le più giuste, al momento giusto - e la fotografia dei serial americani; l'intensità senza eguali degli attori d'oltreoceano.

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