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mercoledì 18 febbraio 2009

SONO SOLO CANZONETTE!

E' un Bonolis diverso quello della seconda serata del Festival, più sicuro e forte dei 14milioni di spettatori che hanno seguito l'apertura. Si sente il padrone di casa e marca il territorio con gli omaggi a Mozart - a inizio programma con un estratto del film "Amadeus" - e a Fabrizio De Andrè nel giorno del suo compleanno. "E dicevano che il Festival è morto... Ma ci facciano il piacere, ci facciano!", gongola Bonolis, incoraggiato dalla giuria che quest'anno sembra voler trasformare la galleria del teatro in una curva con continui applausi e cori da stadio. Più il conduttore si gasa, più cita gratuitamente Alberto Sordi e Totò.

Accanto a lui una nuova presenza femminile: elegante e più "viva" di Alessia Piovan (la Laura Palmer del cinema italiano), Eleonora Abbagnato - etoile dell'Operà di Parigi - è motivo d'orgoglio per tutti noi italiani... Ma almeno lei ci poteva risparmiare le gag prefabbricate con Bonolis (non c'è già il maestro Laurenti per questo?!).

Passiamo a quel che più conta: le canzoni in gara. Nonostante le esibizioni scorrano veloci (Deo gratias!), le nuove proposte non salgono sul palco prima di mezzanotte: a quell'ora chi mai si accorgerà di loro? Se non altro, la seconda serata serve a riascoltare i big per esprimere un giudizio migliore.
Albano canta la solita aria cucitagli addosso per assecondarne le indiscusse doti di interprete.

Al caro Povia, assurto improvvisamente a maitre a penser, insinuo umilmente un dubbio: ma chi se ne frega se Luca era gay, mentre adesso sta con lei? Semplicemente, la canzone è banale e non resta.

La classe di Niki Nicolai si sposa bene con la leggerezza del brano firmato Jovanotti "Più sole": il risultato è piacevole e ricercato.
Così piccola, così potente: Alexia colpisce per la sua grinta e la sua estensione vocalica.

Sal Da Vinci è un interprete intenso, forte dei sentimenti della sua terra, ma presenta un brano troppo scontato e sanremese.

Gemelli Diversi: ma per carità!

Paolo Belli, Pupo e Yussoun Dour: peccato che la gara non preveda un premio speciale alle buone intenzioni; comunque, di questi tempi una canzone sull'integrazione e "l'opportunità di essere diversi" decisamente non guasta.

Splendida performance canora di Francesco Renga, ma canzone è inconcludente: tipico esempio di brano confezionato appositamente per Sanremo. A sentire "L'uomo senza età" (ma non somiglia troppo a "Nessun dorma"?) si capisce quanto può essere lontano il palco dell'Ariston dal mercato discografico.

Il solito, disperato Marco Masini presenta una canzone che non è originale, ma anzi ricorda la più fortunata "Pensa" di Fabrizio Moro.

Come non perdonare qualche stecca alla divina Patty Pravo? Anche la sua "E io verrò un giorno là" rischia di restare imprigionata nella gabbia sanremese, ma l'interpretazione è come sempre sublime.

La grande personalità di Fausto Leali non è valorizzata dalla sua canzone, decisamente noiosa. Franco Fasano, l'autore, ha fatto un lavoro migliore con un altro brano in gara, quello di Iva Zanicchi, interpretato con sentimento e purtroppo scartato la prima sera.

Nuovo look per Dolcenera (è lei o Cristina D'Avena?!), ma canzone banale.

Marco Carta esordisce sul palco dell'Ariston con un motivetto radiofonico e orecchiabile,forse un pò scontato. Il giro di accordi è preso paro paro da "Torn" (come non riconoscere il successo planetario di Natalie Imbruglia?).

Il quadro generale delle canzoni in gara è piuttosto deludente: lo conferma il fatto che non è ancora partito il solito, avvincente "toto-voncitore". Speriamo nelle nuove proposte... Almeno di riuscire a vederle senza addormentarci prima!

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