BLOGGER TEMPLATES AND TWITTER BACKGROUNDS »

martedì 21 aprile 2009

IL BISOGNO DI SENTIRCI MIGLIORI DEL TRONISTA FEDERICO.

La mamma di Maria De Filippi non capisce Uomini e donne: segue con passione tutte le trasmissioni di sua figlia, tranne quella. A rivelarlo è la stessa conduttrice in un'intervista a Paolo Bonolis di qualche tempo fà.
In effetti, la popolarità di Uomini e donne rappresenta per molti un interrogativo inquietante, non solo per la De Filippi madre.

Mi è capitato anni addietro di avvicinarmi a questa inarrestabile girandola di "amori" via cavo, con lo spirito di chi dopo mangiato se ne sta spalmato sul divano a leggere un fotoromanzo di GrandHotel e spegne il cervello per non ostacolare la digestione. Ma c'è di più: dietro alla popolarità di Uomini e Donne che si rinnova implacabile di stagione in stagione c'è di più. Me ne accorgo imbattendomi nel gruppo di Facebook nato per "restituire un cervello al tronista Federico": a migliaia si riuniscono in rete apposta per denigrare i personaggi creati da "Maria la sanguinaria", ma non smettono di seguirne le gesta.

Da brava burattinaia, la De Filippi sa bene come alimentare il sadismo del suo pubblico e quella voglia irrefrenabile di sentirsi migliore. Proprio non sappiamo rinunciare alle certezze che Uomini e Donne può darci: noi siamo più intelligenti di quelle sciacquette, più colti e civili di quegli zucconi. Non vogliamo essere come loro, tutti muscoli unti e niente cervello: ci abbuffiamo di lampade e addominali, questo sì, e magari ogni tanto ci ritocchiamo pure le sopracciglia - solo in mezzo, però, senza esagerare -, ma abbiamo un'anima e la dimostriamo sfottendo la vuotezza di quei pupazzoni.

E' lo stesso meccanismo perverso che decreta il successo del Grande Fratello: gli autori, infatti, scelgono di anno in anno personaggi sempre meno interessanti e più patetici.

Di tutta questa storia quello che mi intristisce è la sottovalutazione del pubblico: spesso chi fa televisione non si preoccupa di proporre prodotti di qualità e, soprattutto, perde di vista le proprie responsabilità nei confronti dell'utenza. Perchè è l'offerta a generare la domanda, non il contrario: la sensibilità dello spettatore andrebbe stimolata e non ignorata o repressa. Non è detto che chi sta a casa si accontenti necessariamente di quello che trova in tv; è solo che a volte sente di non avere alternativa al linguaggio squalificante di alcuni programmi.

0 commenti: