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venerdì 6 marzo 2009

DOV'E' FINITA L'INFORMAZIONE IN TV (2)?

Prosegue il mio viaggio attraverso i palinsesti televisivi a caccia di informazione: per mia fortuna riparte proprio in questi giorni Exit, il miglior approfondimento giornalistico del piccolo schermo. Proprio così, il migliore, per la completezza dei servizi da cui trae spunto la discussione in studio e anche per la bravura della conduttrice. Dopo aver fatto anni di pratica con allenatori e calciatori, Ilaria D'Amico non può che essere diventata una moderatrice risoluta, in grado di fare le domande giuste al momento giusto. Exit non è un salotto e neanche un talk show: il dibattito tra gli ospiti fà da cornice ai servizi che in poco meno di un quarto d'ora affrontano un tema in ogni suo aspetto. La grafica, gli esempi concreti e il linguaggio colloquiale hanno un obiettivo solo: la chiarezza; il giornalismo al servizio del grande pubblico che si propone di spiegare questioni spinose. A proposito del federalismo fiscale, per esempio, uno dei servizi preparati, "La guerra dei soldi" parte dagli uffici del 118 dell'ospedale Cardarelli di Napoli: i computer non funzionano, la tac è in avaria e i posti letto sono esauriti. Da lì le telecamere di Exit si spostano negli uffici di un fornitore delle Asl campane che non viene pagato da anni ed è costretto a vendere le proprie fatture a una società di facturing: ci rimetterà, certo, ma almeno recupererà il denaro necessario a mandare avanti la propria attività. A questo punto non può mancare l'intervista al titolare della società di facturing, il cui vero business è l'attesa: la regione Campania tarda - spiega l'esperto affarista -, ma alla fine paga sempre; è una garanzia.

Guardo Exit e rifletto sul senso dell'approfondimento: scavare fino a portare alla luce quello che c'è sotto; dare tempo e modo a chi non ne trova mai di farsi delle domande e avere delle risposte su quanto accade ogni giorno sotto i suoi stessi occhi. Il valore civico di programmi come Exit non va sottovalutato.

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